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Brunetti (Vis Factor): “In Campania De Luca dirà ancora la sua. E il centrodestra oggi non è competitivo”

Tra chi non è più candidabile (De Luca) e quelli che dicono di non volersi candidare (Piantedosi e Manfredi): ecco la mappa pre-elettorale in Campania. Molto più intricata di quanto si pensi.
Intervista a Tiberio Brunetti
Spin doctor e analista politico, fondatore di "Vis Factor"
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Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor
Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor

Tiberio Brunetti, caprese, con Valentina Fontana ha fondato "Vis Factor", società di consulenza strategica politica e istituzionale. Con Fanpage.it discute della rilevazione sulla percezione online di alcuni profili potenzialmente candidabili alla presidenza della Regione Campania, prodotta in esclusiva per il nostro giornale.

Brunetti, cosa emerge da questa rilevazione?

Due riflessioni fondamentali: il centrosinistra non può prescindere da Vincenzo De Luca e il centrodestra, ad oggi, non è competitivo.

Cosa succede in casa centrodestra?

Partiamo da un’analisi di contesto generale: l’ultima vittoria del centrodestra in Campania risale a 15 anni fa con Stefano Caldoro. Nei successivi 10 anni di governo De Luca il centrosinistra si è espanso e, cosa non secondaria, ha riconquistato Napoli, che comunque precedentemente era amministrata da una coalizione di sinistra con Luigi De Magistris. Al centrodestra servirebbe una scossa molto forte, con una candidatura di rilevanza mediatica nazionale capace di aprire significativamente la coalizione al di fuori dei partiti e contemporaneamente instillare nella classe dirigente e nell’elettorato l’idea di vittoria.

Al momento queste condizioni non ci sono: Matteo Piantedosi, che sarebbe di sicuro la candidatura più autorevole come confermano anche i nostri dati, non è in campo. Mentre, tra le candidature strettamente politiche proposte dai partiti, l’unica rilevante è quella di Edmondo Cirielli. Va sottolineata anche l’ottima performance di Gennaro Sangiuliano che, passata la tempesta mediatica e archiviata la vicenda anche dal punto di vista giudiziario, conserva un buon sentiment da parte dei campani.

Nel centrosinista immagino la situazione sia ancora più articolata dopo la vicenda De Luca

La partita si gioca lì. Paradossalmente, anche se la Consulta avesse consentito al presidente De Luca di candidarsi, considerate le condizioni attuali del centrodestra, lo scontro sarebbe stato tra centrosinistra partitico e De Luca. Il presidente uscente conserva un sentiment più alto tra i governatori del Mezzogiorno e primo tra quelli di centrosinistra a livello nazionale. Dunque la presenza o meno dell'uscente è determinante. Ora da quelle parti devono affrontare una questione che è allo stesso tempo semplice e complessa.

Semplice perché la soluzione è una: trovare sintesi tra il presidente uscente e i leader nazionali del centrosinistra. Complessa perché mettere assieme le parti in causa è una bella sfida: la triangolazione delle prossime settimane tra Elly Schlein, Giuseppe Conte e De Luca potrebbe avere profili da serie tv alla House of Cards.

C’è un convitato di pietra: il sindaco di Napoli che ha già notificato la sua indisponibilità…

Sarebbe ovviamente un’ottima candidatura: Gaetano Manfredi rappresenta un simbolo di buona amministrazione e di coalizione larga. È inutile girarci attorno: la sfida Manfredi-Piantedosi avrebbe una rilevanza nazionale, come meriterebbe la nostra regione. È ovvio che queste candidature comporterebbero stravolgimenti istituzionali: le dimissioni di Piantedosi dal Ministero dell’Interno potrebbero aprire una crisi in maggioranza tra chi vuole Matteo Salvini al Viminale e chi lo osteggia e, cosa non secondaria, porterebbero a un probabile rimpasto che Giorgia Meloni non vuole.

Manfredi, dal canto suo, ha già detto che non è disponibile e comunque dovrebbe lascerebbe libera la casella di sindaco di Napoli e di presidente Anci. Sono decisioni complesse. Sottolineo infine due aspetti: finora non sono emersi profili di donne come possibili candidate. Tutti parlano di candidati ma non di visione della regione. Il tema è: che Campania vogliamo immaginare di qui al 2030? Il resto ne discende.

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