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Bruciore di stomaco e reflusso, a Napoli intervento per risolverlo: si impianta un dispositivo grande quanto una moneta

All’ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli i primi 25 interventi per impiantare il dispositivo contro il grave reflusso gastroesofageo. Parla la paziente: “Sono rinata”
A cura di Redazione Napoli
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L'equipe medica che ha impiantato il dispositivo anti-reflusso
L'equipe medica che ha impiantato il dispositivo anti-reflusso

Il dispositivo è di 2 centimetri, grande quanto una moneta da 1 euro, si impianta con un intervento mininvasivo di circa un’ora, in laparoscopia. Questo cubetto di silicone biocompatibile risolve un problema che affligge migliaia di persone: bruciore di stomaco, rigurgiti e dolore toracico. Sintomi che quando sono continui e intensi possono infatti indicare una condizione grave di reflusso gastroesofageo.

Il dispositivo medico si chiama RefluxStop ed è in grado di risolvere definitivamente il disturbo da reflusso senza causare effetti collaterali. La malattia da reflusso è un disturbo che in Campania colpisce 1 milione e 300 mila persone, compromettendone seriamente la loro qualità della vita e portando in casi estremi a complicazioni gravi come ulcerazione, stenosi ed esofago di Barrett.

Le prime procedure chirurgiche di tutta la Campania sono state effettuate all’ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli, che è stato il primo in Italia a ricorrere a questa nuova metodica all’inizio dello scorso anno. Dei primi 25 pazienti trattati al Fatebenefratelli di Napoli in un anno, 23 hanno risolto definitivamente i problemi legati a questo disturbo; l'anti-reflusso è a carico del Servizio Sanitario Nazionale ed è destinato – spiega una nota della struttura ospedaliera pubblica –  «a quei soggetti che non rispondono alla terapia farmacologica d'elezione con i farmaci inibitori della pompa protonica. L’intervento è reversibile, vale a dire che qualora non dovesse funzionare si toglie il dispositivo senza alcun problema».

Il dispositivo anti-reflusso
Il dispositivo anti-reflusso

In Campania, ad effettuare con successo questi primi casi, è il dottor Adolfo Renzi, responsabile della Unità operativa semplice di Chirurgia Laparoscopica e mini-invasiva afferente alla Unità operativa complessa di Chirurgia Generale del Fatebenefratelli diretta dal dottor Domenico Barbato.

Renzi spiega come funziona:

Il dispositivo riesce a ripristinare la normale funzione dello sfintere esofageo mantenendolo nella posizione e alla distanza corretta in addome. È possibile ripristinare la corretta anatomia del giunto esofagogastrico, evitando così la risalita lungo l’esofago di ciò che si trova all’interno dello stomaco.

Nella nota diffusa dal nosocomio napoletano parla anche uno dei 25 pazienti trattati a cui nell’ultimo anno è stato impiantato il nuovo dispositivo e soffrono di reflusso gastroesofageo grave. Si tratta di una donna di 36 anni, napoletana:

L’incubo è durato due anni. Due anni in cui ho creduto di morire di infarto, due anni in cui il cuore se ne andava per conto suo, il battito cardiaco arrivava a toccare anche i 140 al minuto.

E per non parlare della tosse, stizzosa, e i dolori alla bocca dello stomaco che mi costringevano a dormire seduta. In realtà non ero una malata di cuore e non avevo nemmeno la polmonite. Avevo solo il reflusso gastroesofageo.

Sono rinata. Non ho più bruciori di stomaco, non ho apnee notturne, non soffro più di tachicardia, non ho più la tosse.

Sono entrata in sala operatoria alle 8 e mezza del mattino alle 10 ero di nuovo nella mia stanza. Dopo due giorni ero a casa.

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