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Bruciò vivo il fratello per incassare i soldi dell’assicurazione, condannato all’ergastolo

Condannato all’ergastolo l’uomo che nel 2020 uccise il fratello tra Sant’Antonio Abate e Lettere (Napoli) per i 300mila euro della polizza vita che gli aveva fatto stipulare.
A cura di Nico Falco
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Antonio Martone e la vittima, il fratello Domenico Martone
Antonio Martone e la vittima, il fratello Domenico Martone

È stato condannato all'ergastolo Antonio Martone, il 37enne di Sant'Antonio Abate, in provincia di Napoli, che tre anni fa uccise il fratello, Domenico Martone, in un terreno al confine con Lettere: motivo dell'omicidio, hanno ricostruito gli inquirenti, incassare i soldi della polizza vita che lui stesso aveva fatto stipulare. Il 37enne, secondo la ricostruzione, aveva attirato in trappola il fratello, mandandogli un sms da un numero sconosciuto alla vittima e fingendo di essere una donna polacca che voleva incontrarlo; una volta sul luogo dell'appuntamento lo aveva tramortito e dato alle fiamme mentre era ancora vivo. La sentenza è stata pronunciata ieri dalla Corte di Assise di Napoli.

Bruciato vivo dal fratello per l'assicurazione

Quella sera del 20 marzo 2022 i carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia erano intervenuti per un incendio segnalato da alcuni cittadini: da una casupola si alzava un denso fumo nero. Arrivati sul posto, i militari avevano trovato il cadavere completamente carbonizzato. I primi elementi per l'identificazione erano arrivati da un'automobile parcheggiata poco distante: era intestata a Domenico Martone, 33 anni, e all'interno c'era il green pass dell'uomo.

Le indagini sulla vita della vittima, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, avevano dai primi momenti portato a ritenere poco probabile l'ipotesi di un omicidio maturato nel mondo della criminalità organizzata: l'uomo era incensurato e non aveva nessun legame con la malavita. Era però emerso che il 33enne, appena un anno prima, aveva stipulato due assicurazioni sulla vita, su impulso del fratello che risultava anche unico beneficiario.

La vittima attirata in trappola

Altri elementi erano arrivati dalle telecamere di sorveglianza della zona: grazie alle immagini i carabinieri avevano accertato che anche Antonio Martone era stato in quel terreno nelle stesse ore. Gli esiti dell'autopsia avevano poi rivelato una realtà ancora più terribile: Domenico Martone era stato tramortito e bruciato mentre era ancora vivo.

Pochi giorni dopo era scattato il fermo per il fratello Antonio, marittimo, rintracciato a Sant'Antonio Abate: secondo gli inquirenti voleva incassare i soldi dell'assicurazione, circa 300mila euro, per andare a vivere in Asia con la compagna.

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