Bruciato vivo a Frattamaggiore, la vittima sentita in ospedale: “È stato Pasquale”
"Pasquale… Pasquale". Ha ripetuto questo nome, con la voce strozzata e ancora visibilmente provato, Nicola Liguori, il 39enne dato alle fiamme lo scorso 30 giugno a Frattamaggiore, in provincia di Napoli. L'uomo è stato sentito durante l'incidente probatorio in ospedale a Bari, dove si trova ricoverato nel reparto Grandi Ustioni. Presenti il pubblico ministero di Napoli Nord, Alberto della Valle, e l'indagato Pasquale Pezzella con l'avvocato Fernando Pellino. Per la difesa il fatto che il 39enne non abbia detto anche il cognome rende non risolutive le sue dichiarazioni.
Liguori era stato aggredito in via Tiziano, a pochi passi da casa sua: qualcuno lo aveva sorpreso alle spalle e gli aveva versato addosso del liquido infiammabile e aveva appiccato il fuoco mentre era in videochiamata con la fidanzata, Giuseppina Mosca. La donna aveva riferito di avere visto per pochi istanti sul cellulare la faccia dell'aggressore e di avere riconosciuto Pasquale Pezzella. Anche lo stesso Liguori, secondo il fratello e la madre, prima di perdere i sensi avrebbe riferito il nome di battesimo dell'aggressore, "Pasquale".
L'incidente probatorio è cominciato alle 14 nel Policlinico di Bari, e segue quello del 18 luglio in cui sono stati sentiti la madre e il fratello della vittima. Le dichiarazioni di Liguori state registrate e verranno trascritte per essere allegate al fascicolo di indagine. Per la Procura, che mantiene il massimo riserbo su quanto riferito dal 39enne, l'incidente probatorio ha avuto "esito positivo".
L'avvocato dell'indagato: "Da vittima indicazioni non univoche"
Secondo l'avvocato Pellino, sentito da Fanpage.it, invece, "non c'è stata quella svolta decisiva che solo la parte offesa può fornire. Oggi era una giornata teoricamente risolutiva, ma risolutiva non è stata": nel rispondere alle domande del gip di Bar su chi lo avesse aggredito la vittima avrebbe ripetuto il nome "Pasquale" ma non avrebbe mai pronunciato il cognome Pezzella, non dando quindi una univoca indicazione sul responsabile. Inoltre, il legale contesta la ricostruzione della fidanzata di Liguori, che avrebbe visto un volto senza barba e avrebbe riconosciuto Pezzella, mentre l'indagato porta da anni pizzetto e baffi.