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Bradisismo, la parola a chi vive nei Campi Flegrei: “Noi restiamo qui”

A pochi metri dal cratere della Solfatara c’è un mondo fatto di imprese, negozi, commercio, dove la popolazione è radicata da migliaia di anni e dove si continua a costruire.
A cura di Peppe Pace
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Case e attività commerciali a pochi metri da una fumarola / foto fanpage.it
Case e attività commerciali a pochi metri da una fumarola / foto fanpage.it

Gli abitanti dei Campi Flegrei non si riconoscono nella narrazione, ampiamente diffusa tra salotti televisivi e parte dell'opinione pubblica, che li considera dei pazzi sprovveduti. Voler rimanere nella propria terra, nonostante il rischio vulcanico e i continui terremoti legati al fenomeno bradisismico, non ha nulla a che vedere col fatalismo, è una scelta razionale dettata da un calcolo di costi e benefici che tiene conto di tanti fattori, uno su tutti la possibilità di convivere coi terremoti, sebbene in sicurezza e senza allarmismi, come avviene in altre parti del mondo. Fanpage.it ha dato parola a chi ai Campi Flegrei ci vive, per consentirgli di raccontare la realtà vista dagli occhi di chi vive e lavora qui. "Nei Campi Flegrei esiste un mondo di imprese composto da vere e proprie eccellenze del settore – spiega Maurizio Dotoli, imprenditore del settore motoristico radicato nel territorio da 3 generazioni (con suo figlio saranno 4) – non solo cantieri navali e concessionarie di auto e moto, ma anche eccellenze militari, come l'accademia aeronautica di Pozzuoli e gli insediamenti della NATO, strutture che, insieme all'Osservatorio Vesuviano, garantiscono un attento monitoraggio del territorio".

In sostegno alle tesi di abitanti, commercianti e imprenditori della zona, la circostanza che il governo e le istituzioni locali, nonché privati e multinazionali, stiano continuando ad investire nel territorio in maniera importante, costruendo nella zona rossa case, ospedali, ambulatori e indirizzando sul territorio ingenti risorse, spesso pubbliche, come nel caso della riqualificazione dell'area ex Italsider, per cui il governo ha appena stanziato oltre un miliardo di euro e i cui cantieri apriranno a breve.

Uno dei grossi cantieri attivi nella zona a rischio sismico e vulcanico. / foto fanpage.it
Uno dei grossi cantieri attivi nella zona a rischio sismico e vulcanico. / foto fanpage.it

"Difficile pensare che siano tutti impazziti – fa notare Anna, che abita a pochi metri dal cratere della Solfatara – quindi le cose sono due: o sul rischio sismico prevalgono gli interessi economici (e se così fosse, dovremmo preoccuparci), oppure il rischio è tale da permettere il perdurare di una convivenza millenaria tra abitanti ed eventi sismici, a patto che gli edifici vengano messi in sicurezza come avviene ad esempio in Giappone, dove da millenni convivono coi terremoti".

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