Bradisismo e verifiche edifici: “Ora si facciano gli interventi di manutenzione necessari”
Un territorio fragile e senza manutenzione. È questa la descrizione che fa dell’edificato dei Campi Flegrei l’Architetto Antonio Cerbone, coordinatore regionale della struttura tecnica nazionale che nelle prime settimane post terremoto ha coordinato le verifiche degli edifici in tutta l'area
“La fragilità è dovuta alla scarsa manutenzione nel tempo – spiega – sono stati esaminati tra i 1500 e i1800 edifici, la gran parte è risultata agibile e credo sia necessario intervenire su circa il 5% o 10% di questi. Nel momento in cui ci sono state queste scosse si sono acuite situazioni pregresse. Molti di questi interventi possono essere interventi minimali ma necessari che si sarebbero dovuti attuare già prima."
Non molti giorni fa il Ministro Musumeci, nell’annunciare la pubblicazione della seconda parte del Dl Campi Flegrei aveva bacchettato la Regione Campania e i Comuni dell’area flegrea
“Emergono gravissime responsabilità, remote e meno remote, omissive e commissive, che coinvolgono tutti gli enti, a cominciare dalla Regione e dai Comuni interessati, Napoli, Pozzuoli e Bacoli – ha sottolineato il ministro – è stato autorizzato uno sviluppo urbanistico irragionevole, caotico e disordinato, non si è mai tenuto conto degli incombenti pericoli in quell'area. Chi doveva vigilare non lo ha fatto.
“Quando si fa un miglioramento sismico chiaramente ci si pone in una condizione ottimale ma tra la condizione ottimale e gli zero interventi c’è sicuramente una via di mezzo che può essere percorsa – ci spiega Marco Esposito, ingegnere, che si è occupato di alcuni interventi in zona, e residente del Comune di Pozzuoli – Il nostro patrimonio edilizio non si manutiene, si preferisce rifare intonaci, cornici e abbellimenti interni, dimenticando interventi necessari ed anche molto piccoli che però hanno una loro efficacia. Qui abbiamo fatto degli interventi su alcuni edifici, intervenendo con del cuci e scuci solo sulle fratture murarie con fibre di vetro, opportunamente connesse alla muratura, e là dove sono stati effettuati questi interventi anche con il terremoto di magnitudo 4.4 non si sono registrate fratture.
“Ci sono tantissimi interventi da fare – sottolinea – e quello che non si capisce è che questi interventi hanno anche un basso costo. Questi edifici sono qua da 300 anni e questo ci dice che hanno delle fondazioni solide e che sono arrivati a noi in condizioni accettabili. Però sono state fatte sicuramente mille modifiche e queste mille modifiche vanno registrate e curate in modo adeguato”