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Boss ucciso a San Martino Valle Caudina, sospettato fermato in autostrada

I carabinieri hanno sottoposto a fermo un giovane di San Martino Valle Caudina per l’omicidio di Orazio De Paola, il boss 58enne ucciso a colpi di pistola ieri mattina, 8 settembre, in via Castagneto. Il ragazzo, pregiudicato, avrebbe avuto degli screzi con la vittima; è stato intercettato in autostrada, mentre era in automobile in direzione Roma.
A cura di Nico Falco
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La vittima, Orazio De Paola
La vittima, Orazio De Paola

C'è un fermato per l'omicidio di Orazio De Paola, il boss del clan Pagnozzi ucciso a colpi di pistola ieri mattina, 8 settembre, a San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino. Si tratta di un giovane del posto, pregiudicato, che secondo indiscrezioni avrebbe avuto degli screzi con la vittima nelle ore immediatamente precedenti l'agguato; sarebbe stato individuato grazie alle telecamere di videosorveglianza, che lo avrebbero ripreso nei pressi del luogo del delitto. I carabinieri del Comando Provinciale di Avellino lo hanno bloccato in autostrada, era in macchina con altre persone in direzione Roma.

Il boss ucciso con cinque colpi

De Paola, 58 anni, era in via Castagneto sulla sua bicicletta elettrica quando è stato affrontato dal killer, intorno alle dieci. Probabilmente l'assassino lo stava aspettando e ha approfittato della strada isolata per ucciderlo. Sono stati esplosi almeno cinque colpi, con una pistola di piccolo calibro: quattro proiettili al torace e il quinto alla testa, quando l'uomo era già a terra agonizzante.

Chi era l'uomo ucciso a San Martino Valle Caudina

Orazio De Paola, secondo gli inquirenti, era ai vertici del clan Pagnozzi di San Martino Valle Caudina; uomo di fiducia di Domenico Pagnozzi detto "Mimì ‘o professore", figlio del capoclan deceduto Gennaro Pagnozzi "‘o Giaguaro", il 58enne avrebbe avrebbe preso le redini del clan dopo la recente condanna a 30 anni di reclusione per il primogenito dello storico boss. Il clan Pagnozzi, originario del Napoletano ma da decenni insediatosi nell'Avellinese, con rapporti coi Casalesi e ramificazioni anche a Roma, da 40 anni è egemone per tutti gli affari illeciti nella Valle Caudina, sia sul versante irpino sia su quello caudino.

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