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Boss latitanti arrestati in Irpinia, erano sfuggiti al blitz anticamorra nel Salernitano

Finisce in Irpinia la fuga dei boss latitanti De Vivo e Fezza, del clan di camorra del Salernitano; erano ricercati dal blitz dello scorso 2 dicembre.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Sono stati arrestati Andrea De Vivo e Francesco Fezza, considerati dagli inquirenti i boss al vertice del clan Fezza-De Vivo, attivo in provincia di Salerno, a Pagani e nell'Agro nocerino-sarnese; sono accusati di diversi reati con l'aggravante mafiosa oltre che della direzione dell'organizzazione camorristica, sono stati rintracciati nell'ambito di una operazione delle Squadre Mobili delle questure di Salerno e Avellino e dei Carabinieri di Nocera Inferiore, coordinata dalla Procura di Salerno.

Fezza e De Vivo erano ricercati dallo scorso 2 dicembre, quando era scattato il blitz anticamorra da 25 arresti contro i clan Fezza-De Vivo e Giugliano di Poggiomarino, per gli inquirenti federati intorno alla figura del capoclan Rosario Giugliano, detto "il minorenne". Anche i due latitanti erano tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere (emessa dal gip di Salerno su richiesta della Procura locale), ma al momento dell'operazione si erano resi irreperibili ed erano riusciti a far perdere momentaneamente le proprie tracce. Gli investigatori sono riusciti comunque a ricostruire i loro spostamenti, fino a scovare il nascondiglio in Irpinia.

Secondo le indagini il clan Fezza-De Vivo, grazie all'alleanza col clan Giugliano di Poggiomarino, gestiva 10 piazze di spaccio di droga a Pagani e nell'Agro nocerino-sarnese; nel corso del blitz erano stati sequestrati beni immobili, autoveicoli, rapporti di conto corrente e complessi aziendali nelle disponibilità degli indagati per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Quella notte un altro degli indagati sfuggì al blitz, Emanuele Amarante; l'uomo si è costituito stamattina presso la casa circondariale di Fuorni, nel Salernitano.

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