Borgo dei Vergini: storia del quartiere che nasce da una passione negata
Un nome, un perché. Un nome, quello del quartiere Vergini di Napoli che affascina e incuriosisce e che è legato indissolubilmente alla storia della città e alle sue antiche tradizioni. Parliamo del popolare borgo a nord di Piazza Cavour, a cui si accede da Via Foria e che comprende la zona della Sanità, quindi Piazza Sanità, fino alla zona dell'Ospedale San Gennaro detto dei Poveri. Si tratta di un borgo che è il cuore pulsante della Napoli fatta di antichi palazzi nobiliari dal sapore barocco e di chiese trecentesche, parliamo di quel lato della città partenopea spiato, ripreso, fotografato e ammirato da registi, turisti e cittadini che ultimamente hanno riscoperto la bellezza smisurata di questo quartiere.
Le origini religiose
Ma da dove deriva il nome "Vergini" attribuito al rione? Il tutto è riconducibile alla Napoli di epoca greco-romana e ad un'associazione religiosa greca, quella degli eunostidi che abitava il quartiere ed era dedita alla temperanza e, soprattutto, alla castità. Ma siccome all'amore non si comanda fu così che Eunosto, giovane di bell'aspetto, suo malgrado, fece innamorare Ocna. La ragazza, figlia di un magistrato, corteggiò a lungo il fanciullo, senza ottenere alcuna risposta. Infine, travolta dalla passione, tentò di sedurlo con una vera e propria aggressione, ma Eunosto reagì bruscamente e si difese con la forza. Ferita nell'orgoglio oltre che nel corpo, Ocna raccontò ai fratelli d'esser stata vittima di un tentativo di stupro e i due la vendicarono uccidendo il ragazzo. Quando, poco dopo, si seppe la verità gli assassini furono incarcerati e la donna si uccise, mentre i cittadini vollero tributare un omaggio ad Eunosto dedicandogli un tempio.
La Lava dei Vergini
La strada trasformata in fiumana era una vista terribile. Per osservare il fenomeno, non appena iniziò un’intensa pioggia di settembre, chiesi ospitalità ad una famiglia, che abitava al primo piano nei pressi di piazza vergini e attesi … l’acquazzone imperversava sempre più intenso … sentii urlare più volte “‘a lava ‘a lava. Così Guido Martone, Capo dell'Ufficio Fognature di Napoli, descriveva il fenomeno dell'allagamento che interessava il quartiere. Tutto ebbe inizio quando nel 1953 si svolse la Festa del Monacone a cui fu invitato il Sindaco di allora Achille Lauro che fu molto colpito dalla manifestazione ma che con l'occasione fu sollecitato a risolvere il problema della lava che si verificava ogni qualvolta le acque piovane scendevano dai Colli Aminei e da Materdei e invadevano le strade del quartiere di pietre e fango, facendo saltare la pavimentazione e creando enormi danni.
La soluzione
Provvidenziale allora fu l'intervento di Martone che approfondì la questione e studiò metro dopo metro l’intera rete fognaria dai Vergini fino a Piazza Carlo Terzo e si accorse che poco prima a Piazza Cavour c’era una biforcazione che portava le acque anche a Via Roma. Le ispezionò sottoterra personalmente e così facendo scoprì che la galleria sotterranea costruita per portare la lava dei Vergini verso il mare era bloccata e faceva da tappo l’acqua così non defluiva e risaliva su provocando l’alluvione. Questi allora riferì tutto al Sindaco il quale gli diede pieno mandato di eliminare il problema; in appena tre mesi Martone fece deviare lo scolmatore liberando la galleria sotterranea, non solo, fece costruire un collettore proprio nelle Fontanelle destinato a raccogliere tutti i detriti e le acque provenienti da sopra e così trovò la soluzione al problema.
Totò e gli altri
Molti gli attori e registi che al borgo dei Vergini hanno interpretato e girato celebri film come "L'oro di Napoli", di Vittorio De Sica, con Totò (che tra l'altro è nato e vissuto alla Sanità), Eduardo de Filippo, Sophia Loren, Silvana Mangano, "Ieri, oggi, domani" con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, "Il fantasma di via Sanità" episodio del film Pacco, doppio pacco e contropaccotto di Nanni Loy, con Marina Confalone e Gerardo Scala che figurano in questo episodio.
Un Museo a cielo aperto
Un vero e proprio museo a cielo aperto. Il borgo dei Vergini è ricco di testimonianze storiche e artistiche da lasciare chiunque le ammiri a bocca aperta, tra queste spiccano la chiesa di S.Maria Succurre Miseris di origine trecentesca; la chiesa di S.Vincenzo de Paoli del 1788 attribuita a Vanvitelli; sempre di origine trecentesca la chiesa di S.Maria dei Vergini; i magnifici palazzi barocchi dell’architetto napoletano Sanfelice, la sua residenza e il famoso Palazzo detto dello Spagnuolo, scenograficamente sorprendente.