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Napoli, contributi economici e aiuti alla dieta contro la povertà alimentare: il progetto “Mai Più Fame”

Il progetto Mai più fame dell’associazione “Azione contro la Fame” presentato al Comune. Il sindaco Manfredi: “Contrasteremo anche l’obesità infantile”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Arriva a Napoli il progetto "Mai più fame" dell'associazione "Azione contro la Fame" per il contrasto alla povertà alimentare. L'obiettivo è fare uscire le persone da una situazione emergenziale, per renderle autonome dal punto di vista dell'educazione alimentare e dalla capacità di trovare lavoro. Il progetto, la cui presentazione, ieri, è stata patrocinata dal Comune di Napoli, prevede contributi economici alle famiglie per l'acquisto di cibo, per i partecipanti a un percorso formativo di 4 mesi. Un esperimento analogo è già stato fatto con successo a Milano. Nel capoluogo partenopeo saranno coinvolte due zone: Quartieri Spagnoli e Forcella. Ma non si limita solo agli abitanti di questi due quartieri, ma le iniziative si realizzano negli spazi delle associazioni di quei quartieri. Tra gli altri obiettivi, anche quello di favorire l’inserimento lavorativo.

Il progetto, a cura dell’organizzazione Azione contro la Fame e dei partner locali Altra Napoli e Foqus Fondazione Quartieri Spagnoli, prende vita nei due quartieri del centro storico, e mira a costruire soluzioni di lungo termine per sostenere le necessità di base delle famiglie più vulnerabili. Un progetto che passa attraverso l’educazione a una dieta sana ed equilibrata, e l’accompagnamento al lavoro. Ieri è avvenuta la presentazione a Palazzo San Giacomo, alla presenza del Sindaco Gaetano Manfredi e con la partecipazione da remoto della vicesindaca di Milano, con delega alla Food Policy, Anna Scavuzzo.

Già selezionati 50 partecipanti

Nell'ambito del progetto sono già state selezionate 50 persone, che potranno essere avviate verso un percorso di motivazione personale, andando anche ad agire sulla capacità e il desiderio di tornare a rendersi autonomi sul mercato del lavoro. Si tratta, in sostanza di un percorso per riacquistare l'autonomia, imparando come potersi riattivare sul mercato del lavoro e come poter cambiare le abitudini alimentari. All'interno del percorso, in una logica che riguarda l'assistenza immediata in quei 4 mesi, è previsto anche un piccolo contributo alla spesa. Ma l'aiuto economico non è centrale. Il fine del progetto, insomma, non è l'assistenzialismo o la logica dei pacchi alimentari.

In cosa consiste il progetto Mai più fame

Ma in cosa consiste il progetto Mai più fame? Le linee dell’intervento, della durata di 4 mesi, prevedono:

  1. un contributo alla spesa settimanale, per fornire un supporto nutrizionale immediato;
  2. la promozione dell’educazione alimentare per favorire l’adozione di una dieta sana ed equilibrata;
  3. la formazione per migliorare le capacità personali, sociali e professionali, con un percorso di gruppo teso a riattivare la motivazione e valorizzare i soft skills dei beneficiari, affinché possano trovare occupazione.

Il progetto ha ottenuto il premio “RegioStar” dall’Unione Europea come buona pratica per promuovere una crescita inclusiva. A Napoli può contare sull’esperienza dei partner locali e sul supporto di una rete di aziende partner che garantiscono non solo fondi, ma anche competenze, strumenti ed opportunità concrete verso l’inserimento lavorativo.

Manfredi: "Servirà a contrastare anche l'obesità infantile"

Il sindaco Gaetano Manfredi ha commentato:

“Con questo progetto diamo un segnale che è una goccia nel mare della povertà alimentare e della povertà più in generale. In questo momento di difficoltà economica, in particolare in una realtà come quella di Napoli, è necessario un intervento strutturale di sostegno alla spesa, che contiamo di dare anche con il contributo del Governo. Altro elemento importante del progetto è l’educazione alimentare di cui c’è grande bisogno perché abbiamo alte percentuali di obesità infantile soprattutto nei quartieri in cui c’è un reddito basso. Questa iniziativa è una prima risposta”.

Per Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano,

“Lo scambio di buone prassi tra città e la creazione di reti e partenariati efficaci è ciò che caratterizza il lavoro del Milan Urban Food Policy Pact e della Food Policy di Milano, in particolare per quanto riguarda il tema della riduzione dello spreco alimentare e dell’aiuto alimentare. Siamo felici che anche Napoli abbia scelto di accogliere un’esperienza che ha dato risultati tangibili e continui nel tempo”.

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Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame, ha aggiunto:

“In Italia c’è un contesto di povertà crescente. Ci sono 5,6 milioni di persone in condizione di povertà assoluta e questo si registra molto nelle città metropolitane. Ci sono, tuttavia, progetti che funzionano, come quello che stiamo portando avanti a Napoli e che avevamo già avviato a Milano. Sono progetti che possono dare avere una soluzione non soltanto a breve ma anche a lungo termine: abbiamo visto che le persone che partecipano e ricevono un sostegno immediato per la spesa, imparano anche a seguire una dieta più sana e soprattutto riescono ad uscire definitivamente dal circolo vizioso della povertà grazie alla possibilità di trovare lavoro”.

Infine, Antonio Lucidi, vicepresidente di Altra Napoli, ha concluso:

“Questo progetto sta interessando due realtà i Quartieri Spagnoli e Forcella, che sono simbolo delle difficoltà che la città affronta. Le cinquanta famiglie seguite sono state individuate grazie a quelle che sono le antenne del territorio, vale a dire le  parrocchie e le associazioni con cui lavoriamo in sinergia per avere il polso di quello che avviene nella realtà quotidiana. Ci auguriamo che questo percorso, che dura quattro mesi, possa portare al reinserimento lavorativo delle persone coinvolte”.

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