Bomba per don Patriciello e minacce al comandante dei vigili: la strategia della paura dei clan a Caivano
Una bomba fatta esplodere davanti al cancello della Chiesa di don Maurizio Patriciello nel Parco Verde di Caivano. Minacce al comandante della Polizia Locale di Arzano, Biagio Chiariello, con un manifesto funebre con il suo nome affisso all'ingresso del comando. Due episodi di intimidazioni nei confronti di due persone che si erano opposte al potere del clan. È quanto emerge dalle indagini dei carabinieri di Giugliano in Campania e Arzano che oggi, coordinati dalla DDA di Napoli, hanno eseguito 13 misure cautelari (11 arresti e due divieti di dimora) nei confronti di altrettanti presunti esponenti della criminalità organizzata.
Le indagini della Procura
Episodi descritti dai collaboratori di giustizia, tra i quali figura anche Pasquale Cristiano, ex capo di un gruppo malavitoso locale. Don Patriciello e Chiariello, secondo le indagini, sarebbero stati "puniti" per essersi opposti alla camorra. I due episodi intimidatori sarebbero nati, quindi, nel contesto dello scontro armato tra clan nell'area nord di Napoli, tra i comuni di Frattamaggiore, Frattaminore, Arzano e Caivano che si trovano nell'hinterland partenopeo.
La guerra tra clan nell'area nord di Napoli
Nei confronti di don Patriciello, in particolare, la notte tra il 12 e il 13 marzo 2022 venne fatta esplodere una bomba davanti al cancello della Chiesa San Paolo Apostolo. Intimidazioni per cercare di bloccare – invano – chi cercava di contrastare il potere della camorra sul territorio. La faida tra clan, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sarebbe quella che vede contrapposti la famiglia guidata da Giuseppe Monfregolo e il gruppo di Pasquale Cristiano e Vincenzo Mormile. Ad innescare lo scontro armato sarebbe stato l'omicidio di Salvatore Petrillo, parente di Cristiano, vittima di un agguato il 24 novembre 2021, davanti al "Roxy Bar" di Arzano, e deceduto poi in ospedale a Giugliano in Campania il 20 novembre 2021.