Tornano le bombe a Ponticelli. Esplosione nella notte, madre e figlio feriti da schegge
Una donna e il figlio di 14 anni sono stati feriti dalle schegge di vetro dopo l'esplosione di una bomba a Ponticelli, quartiere di Napoli Est. Lo scoppio, in via Luigi Piscettaro, ha mandato in frantumi la vetrata esterna di un edificio. I due feriti sono stati medicati sul posto dai sanitari del 118 per lievi escoriazioni, non sono gravi; stando a quanto ricostruito si trovavano in casa quando c'è stata l'esplosione, intorno alle 21:50 di ieri sera, 28 settembre.
Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine, le indagini sono affidate al commissariato locale della Polizia di Stato e alla Squadra Mobile della Questura di Napoli. Accertamenti sono in corso per capire a chi fosse destinato quello che appare un messaggio partito dai gruppi della malavita organizzata; stando alle prime risultanze nei paraggi abita un pregiudicato ritenuto esponente del clan De Micco, i "Bodo" di Ponticelli.
Con la bomba di stanotte la memoria torna inevitabilmente alle recenti guerre di camorra, combattute a suon di attentati dinamitardi. Al centro, la faida che vede da una parte i De Luca Bossa e gli alleati dei Casella, dall'altra i De Martino, ovvero gli XX, inizialmente vicini agli altri due clan, che controllano il Rione Fiat. Le bombe erano dirette proprio verso questo ultimo clan, a maggio ce n'erano state tre in quattro giorni (per uno di quegli attentati erano stati arrestati 3 uomini dei De Luca Bossa – Casella).
A Ponticelli la faida tra i De Luca Bossa – Casella e i De Martino
I De Martino sono un gruppo criminale di recente formazione. I vertici erano un tempo legati al clan De Micco, protagonista della precedente faida che aveva insanguinato il quartiere di Napoli Est, quella contro i D'Amico (il capo, Antonio De Martino, è stato condannato per l'omicidio di Salvatore Solla, capopiazza dei Sarno, ed è accusato della morte di Nunzia D'Amico, "la Passilona", agguato che sancì la sconfitta dei D'Amico). Gli scontri, aveva raccontato il pentito Rosario Rolletta, si erano accesi quando i De Luca Bossa avevano deciso di fare terra bruciata intorno ai De Martino, cominciando a non pagare gli stipendi agli affiliati in carcere.
Il comitato: "Periferia Est ancora campo di battaglia della camorra"
"Nella periferia est di Napoli le strade, i rioni e i cortili continuano ad essere campi di battaglia. L'ennesimo attentato dinamitardo è avvenuto a 50 metri da dove sorge il monumento per le vittime innocenti dell'agguato dell'11 novembre del 1989, quando una paranza di killer fece fuoco all'esterno del bar gelateria Sayonara". È il commento del "Comitato di liberazione della camorra – Disarmiamo Ponticelli", al quale aderiscono associazioni, cooperative e singoli cittadini del quartiere della periferia est di Napoli e, tra gli altri, il senatore Sandro Ruotolo.
"Sappiamo che la battaglia per liberare Ponticelli dall'arroganza e protervia della camorra è lunga – si legge in una nota – l'ordigno esploso ieri sera nel cortile di un condominio in via Piscettaro contro l'abitazione di un esponente del clan De Micco è purtroppo l'ennesima conferma". Per il comitato è fondamentale "tenere accesi i riflettori su Ponticelli, San Giovanni e Barra". "Al terrore camorrista – prosegue la nota – continuiamo a rispondere con la mobilitazione e le iniziative messe in campo in questi mesi con associazioni, cooperative, volontariato, comitati, scuola e chiesa. Il nostro appello lo rivolgiamo alle istituzioni e alle forze dell'ordine affinché oltre a mettere in sicurezza il territorio si costruiscano vere e concrete opportunità per dare un'alternativa di vita".