Bomba lanciata dal cavalcavia a Ponticelli, 3 fermati: poteva uccidere nel raggio di 10 metri
Tre persone, ritenute dagli inquirenti riconducibili al clan De Luca Bossa – Minichini, sono state sottoposte a fermo dai carabinieri oggi, 20 maggio: sono accusate dell'attentato dinamitardo della notte del 12 maggio, quando una bomba, lanciata da un cavalcavia di Ponticelli verso il Rione De Gasperi, danneggiò nove automobili parcheggiate. I tre sono stati accompagnati nel carcere di Secondigliano in attesa dell'udienza di convalida, per il momento gli inquirenti hanno deciso di non diffondere le loro generalità.
L'ordigno lanciato verso il Rione De Gasperi, area ritenuta sotto l'influenza del gruppo De Martino, noto anche come "gli XX", avrebbe potuto uccidere persone nel raggio di 10 metri. Una bomba devastante, che sarebbe da inquadrare nei recenti contrasti sorti proprio tra il cartello di camorra composto dai De Luca Bossa – Minichini – Casella, legato all'Alleanza di Secondigliano, e il gruppo dei De Martino, che di recente, secondo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, sarebbe stato estromesso dal controllo dell'illecito a Ponticelli.
La bomba era stata la seconda in due giorni, in quattro giorni ce n'erano state tre. L'esplosione, oltre a danneggiare le vetture parcheggiate, di proprietà di residenti estranei a dinamiche criminali, aveva reso inutilizzabile anche l'automobile degli attentatori: l'onda d'urto aveva fatto attivare gli air bag e loro avevano dovuto fuggire a piedi.
Il provvedimento di oggi, eseguito dai carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea e arriva al termine delle indagini condotte dai militari del Nucleo Investigativo di Napoli e della Compagnia di Poggioreale, avviate subito dopo l'esplosione.