video suggerito
video suggerito

Bomba a Fuorigrotta dopo le stese: la faida di camorra tra gli Esposito e i Giannelli

Bomba nella notte a Fuorigrotta contro un negozio; per gli investigatori è faida aperta tra il clan Esposito e il gruppo Giannelli.
A cura di Nico Falco
142 CONDIVISIONI
Il negozio danneggiato dalla bomba in via Diocleziano
Il negozio danneggiato dalla bomba in via Diocleziano

Tre attentati contro attività commerciali a Cavalleggeri, almeno due "stese" a Bagnoli. Uno dietro l'altro. Gli episodi criminali che negli ultimi giorni si sono verificati a Bagnoli suggeriscono una pista ben precisa agli inquirenti: sono botta e risposta della nuova faida di camorra che si sta svolgendo nell'area occidentale di Napoli. Da un lato il clan Esposito, attualmente egemone a Bagnoli, dall'altro il gruppo Giannelli, con base a Cavalleggeri. Con gli equilibri criminali ormai ribaltati, il primo starebbe cercando di cacciare dal quartiere i rivali.

Bomba a via Diocleziano davanti a un negozio

L'esplosione alle 2:10 circa: un boato che si è sentito a centinaia di metri di distanza, nel silenzio della notte. La bomba è stata piazzata davanti a un negozio di telefoni di via Diocleziano, all'altezza di via Cocchia, la strada senza uscita che porta al Rione Agnano; danni all'esterno e all'insegna. Sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato San Paolo.

L'attività commerciale risulta riconducibile a un familiare di Alessandro Giannelli, attualmente detenuto, indicato dagli inquirenti come a capo di un manipolo che negli anni scorsi aveva tentato di imporsi su Cavalleggeri e su Bagnoli, anche tramite alleanze coi gruppi di camorra di Fuorigrotta, di Pianura e del Rione Traiano.

L'attentato potrebbe insomma avere la stessa spiegazione dei due precedenti che hanno colpito il Lussy Caffè di via Cavalleggeri d'Aosta: anche in quel caso l'attività era gestita da familiari di Giannelli che, sebbene non coinvolti direttamente in dinamiche di camorra, potrebbero essere stati presi di mira per la parentela. L'obiettivo, raccontano fonti qualificate a Fanpage.it, sarebbe cacciare dal quartiere non solo gli affiliati al clan, ma di mettere in atto una vera e propria epurazione, costringendo ad allontanarsi anche i familiari.

La bomba contro il bar di Cavalleggeri
La bomba contro il bar di Cavalleggeri

Le stese a Bagnoli dopo gli attentati

La pista porta direttamente al clan Esposito di Bagnoli, e non solo per un motivo. Innanzitutto, gli equilibri criminali della zona: attualmente il clan che fa capo a Massimiliano "lo Scognato" (anche lui detenuto) viene indicato, anche dalla Dia, come egemone nel quartiere dell'area occidentale di Napoli. Poi, le "stese".

Ce ne sono state almeno due, nella zona di via Di Niso, che viene ritenuta il fortino del clan. Una nella notte tra il 14 e il 15 ottobre, poco dopo l'attentato dinamitardo contro il Lussy Caffè, l'altra nella notte del 20 ottobre; dopo la seconda sparatoria i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 5 bossoli calibro 9×21.

E, prima ancora, c'erano stati altri segnali, rapidamente colti dagli investigatori sul territorio: pestaggi non denunciati ai danni di personaggi ritenuti nell'orbita Giannelli, "strani movimenti" di affiliati agli Esposito.

A Bagnoli la faida tra il clan Esposito e il gruppo Giannelli

Sia Massimiliano Esposito sia Alessandro Giannelli (indicati dall'Antimafia come riferimenti dei due clan) sono cresciuti sotto l'ala protettrice di Domenico D'Ausilio, Mimì lo Sfregiato, all'epoca del clan D'Ausilio di Bagnoli, ed entrambi sono collegati all'Alleanza di Secondigliano, lato Licciardi. E nel 2000 furono anche arrestati insieme: Esposito, 29 anni ma già un pezzo grosso del clan, fu fermato con con Giannelli, all'epoca 22 anni, e nella loro auto vennero ritrovati una pistola 357 magnum e una mitraglietta Skorpion.

Negli anni a venire, col clan D'Ausilio ormai dissolto, i due avrebbero cercato di imporsi sul quartiere. In particolare, Giannelli "Sfarz" viene indicato dai pm come regista della stagione di terrore che, tra bombe e colpi di kalashnikov, investì Bagnoli e Cavalleggeri tra il 2015 e il 2016. Esposito, invece, dopo la sua scarcerazione (in seguito fu nuovamente arrestato) avrebbe cercato di riprendere il controllo del quartiere, rimettendosi a capo del clan che, durante la sua detenzione, per gli inquirenti era stato retto dalla moglie.

142 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views