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Blitz contro il clan Mallardo: imprenditori costretti a pagare il racket, 7 arresti

Sette indagati sono stati arrestati dalla Dia all’alba: avrebbero imposto il pizzo a diversi imprenditori di Giugliano (Napoli) per conto del clan Mallardo.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Imprenditori costretti a pagare per lavorare, i soldi versati in una cassa comune e poi utilizzati per investimenti o per sostenere gli affiliati detenuti: scenario ricostruito dall'Antimafia, che porta dritto al clan Mallardo di Giugliano, uno dei tre gruppi criminali ai vertici dell'Alleanza di Secondigliano, e che ha fatto scattare l'arresto per sette persone, bloccate all'alba di oggi, 15 gennaio, nel popoloso comune del Napoletano.

Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso oltre che di estorsione e trasferimento fraudolento di valori, con l'aggravante della finalità di agevolare il clan Mallardo, e di avere agito avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall'appartenenza a un clan di camorra e della condizione di assoggettamento delle vittime che ne deriva. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguita dalla Direzione Investigativa Antimafia; per 4 degli indagati è stato disposto il carcere, per gli altri tre i domiciliari.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti gli indagati avrebbero costretto diversi imprenditori, attivi a Giugliano in Campania, a versare somme di denaro per proseguire nella propria attività lavorativa. I soldi ottenuti dalle estorsioni sarebbero poi stati messi a disposizione del clan, elemento che ricorre in dinamiche di questo genere che coinvolgono la criminalità organizzata: il denaro sarebbe stato usato sia per sostenere gli affiliati in carcere, sia come liquidi da utilizzare per operazioni speculative e di reinvestimento.

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