Bimbo ucciso dal patrigno, nuova perizia: “Morto ore dopo le botte. Con soccorsi tempestivi si poteva salvare”
Nuovi possibili scenari si aprono sulla morte di Giuseppe Dorice, il bimbo di 7 anni ucciso di botte dal patrigno, Tony Essobti Badre, il 27 gennaio del 2019 a Cardito, nella provincia di Napoli. Una nuova perizia, disposta dalla Corte d'Assise d'Appello di Napoli, ha infatti posticipato l'ora della morte del piccolo: se, durante il procedimento in primo grado, era emerso che Giuseppe fosse morto circa mezz'ora dopo le botte, la nuova perizia ha stabilito che invece il bambino è deceduto circa 5-6 ore dopo l'ultima aggressione subita a opera del patrigno. Questo vuol dire che, se qualcuno avesse allertato tempestivamente i soccorsi, si sarebbe potuto intervenire e probabilmente il piccolo avrebbe potuto salvarsi. Con i nuovi risultati emersi, dunque, si aggraverebbe la posiziona della madre del piccolo, Valentina Casa che, chiamando i soccorsi subito dopo le percosse, avrebbe potuto salvare suo figlio.
Il patrigno condannato in primo grado all'ergastolo
La richiesta di una nuova perizia, nel processo d'Appello, era arrivata dal legale di Essobti, che da sempre aveva indicato l'ora della morte del piccolo Giuseppe in un lasso di tempo successivo a quanto stabilito dai primi accertamenti. In primo grado, per Essobti è arrivata una condanna all'ergastolo per omicidio volontario, mentre la madre del piccolo ha invece ricevuto una condanna a 6 anni per maltrattamenti. Giuseppe e la sorellina, di qualche anno più grande di lui, venivano spesso malmenati dal patrigno. Anche la piccola ha rischiato, così come Giuseppe, di morire quello stesso giorno sotto i colpi di Essobti e, dopo la morte del fratello, è stata ricoverata all'ospedale Santobono di Napoli per le gravi lesioni riportate.