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Bimbo ucciso di botte a Cardito (Napoli)

Bimbo ucciso a bastonate a Cardito: ergastolo al patrigno, 6 anni alla madre

É stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario Tony Essobti Badre, il patrigno del piccolo Giuseppe Dorice, ucciso a bastonate il 27 gennaio 2019 a Cardito (Napoli); risponde anche di tentato omicidio nei confronti della sorellina del bambino. La ex compagna, madre dei bimbi, è stata condannata a 6 anni per maltrattamenti.
A cura di Nico Falco
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Ergastolo per Tony Essobti Badre, con un anno di isolamento diurno, e 6 anni di carcere per la compagna, Valentina Casa, ritenuta responsabile di maltrattamenti ma assolta dagli altri capi di accusa. É la sentenza pronunciata oggi dalla terza Corte di Assise di Napoli (presidente Lucia La Posta) per la morte del piccolo Giuseppe Dorice, ucciso a bastonate nel gennaio 2019 a Cardito, in provincia di Napoli, e per i maltrattamenti alle due sorelline. La sentenza è stata emessa dopo circa 5 ore di camera di consiglio ed è stata preceduta dalle arringhe difensive di Francesco Cappiello, per Valentina Casa, che ha chiesto l'assoluzione, e di Pietro Rossi, legale di Badre, che ha invece presentato istanza di riqualificazione dei reati, chiedendo che i capi di accusa di omicidio volontario a aggravato e tentato omicidio aggravato fossero modificati in lesioni personali gravissime.

Il bambino, 6 anni, era stato picchiato e colpito col manico di una scopa la sera del 27 gennaio, i soccorsi erano stati chiamati soltanto molto tempo dopo; colpevole del feroce pestaggio il compagno della madre, Tony Essobti Badre, accusato di omicidio e di tentato omicidio nei confronti dell'altra bambina, mentre la donna era finita a processo per gli stessi reati ma sotto il profilo omissivo, accusata di non avere fatto nulla per fermare le violenze e per soccorrere tempestivamente i bambini.

Lo scorso 23 settembre i sostituti procuratori di Napoli Nord Paola Izzo e Fabio Sozio avevano chiesto l'ergastolo (con isolamento diurno per 18 mesi e tutte le pene accessorie) per entrambi gli imputati. A Badre è stato contestato l'omicidio volontario di Giuseppe, il tentato omicidio della sorellina e i maltrattamenti in famiglia con le aggravanti della crudeltà, dei futili motivi, della minorata difesa e dell'abuso delle relazioni domestiche. Alla lettura della sentenza era presente anche il padre dei tre bambini, accompagnato dall'avvocato Gennaro Demetrio Paipais.

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