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Morte di Samuele, 3 anni, giù dal balcone a Napoli

Bimbo lasciato cadere dal balcone a Napoli, inizia il processo. L’avvocato: “Perché manca l’aggravante?”

È partito il processo per Mariano Cannio per la morte di Samuele, il bambino di 4 anni lasciato cadere dal balcone a Napoli; l’avvocato della famiglia: “Manca l’aggravante dei futili motivi”.
A cura di Nico Falco
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C'è stata oggi la prima udienza per la morte di Samuele, il bambino di 4 anni lasciato precipitato il 17 settembre 2021 dal balcone di casa sua, nei pressi di via Foria, nel centro di Napoli. Sul banco degli imputati, il 38enne Mariano Cannio: fermato poche ore dopo dalla Squadra Mobile, l'uomo, che stava lavorando nell'appartamento come domestico, aveva detto di aver preso in braccio il piccolo e di averlo lasciato cadere oltre la ringhiera, senza essere in grado di spiegare il motivo.

L'avvocato Domenico De Rosa, legale della famiglia di Samuele (che si è costituita parte civile), ha chiesto al gup Nicoletta Campanaro di verbalizzare l'assenza dell'aggravante dei motivi abietti e futili, che non è stata contestata dalla Procura di Napoli (in aula col sostituto procuratore Barbara Aprea) a Mariano Cannio. Il 38enne, ha sottolineato De Rosa, è stato sottoposto ad una perizia disposta dal giudice e redatta da un consulente di Salerno ed è stato ritenuto in grado di intendere e di volere e di conseguenza imputabile; del resto l'uomo, quando fu interrogato dagli investigatori della Mobile, ricostruì quello che aveva fatto dopo aver lasciato cadere il bambino: si era allontanato dall'abitazione approfittando della confusione, era andato a mangiare una pizza e alla fine era tornato a casa a dormire, dove gli agenti erano riusciti a rintracciarlo e lo avevano indotto ad aprire la porta con uno stratagemma.

Per il legale della famiglia del bimbo, vista la gravità dei fatti contestati, lo stesso processo non dovrebbe tenersi con rito abbreviato ma con quello ordinario e davanti alla Corte di Assise. Cannio, difeso dall'avvocato Maria Assunta Zotti, è accusato di omicidio aggravato per l'età della vittima e perché commesso in modo da "ostacolare la privata difesa", in quanto al momento della tragedia la madre, pur essendo in casa, non sarebbe potuta intervenire perché in bagno per un malore. Il prossimo 6 luglio ci sarà la requisitoria, del pm, mentre la sentenza è prevista per il 27 settembre, dopo la discussione delle parti civili.

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