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Bimbo azzannato e ucciso da pitbull a Eboli. I cani al servizio sanitario per decidere se abbatterli o no

La tragedia di Eboli, località Campolongo: il bimbo di 13 mesi ucciso da due pitbull, lascia sconvolta la comunità cittadina. Il sindaco Conte: “Quanto accaduto sia di monito a chi possiede questo tipo di cani”.
A cura di Redazione Napoli
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Foto di archivio
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Aveva poco più di un anno, 13 mesi, il bimbo azzannato e ucciso da due pitbull sulla litoranea di Eboli, Salerno, nella zona conosciuta come Campolongo. Sul posto in mattinata si è recato il sindaco della cittadina della piana del Sele, Mario Conte per portare cordoglio alla famiglia e sincerarsi delle condizioni della mamma, ferita nel disperato tentativo di sottrarre il figlio ai morsi dei due molossi, purtroppo fatali.

«È una disgrazia che addolora l'intera città dice il sindaco di Eboli -. La nostra comunità è profondamente scossa dall'immane tragedia verificatasi questa mattina a Campolongo. L'attacco di due pitbull ha strappato alla vita un bimbo di appena 15 mesi sotto gli occhi inorriditi della madre, anch'ella ferita. Ai familiari del piccolo porgiamo con semplicità il nostro profondo cordoglio, conosci che le parole, in tali casi, possono ben poco alleviare il dolore».

A quanto si appende la famiglia del piccolo purtroppo deceduto è in affitto in questa casa i cui proprietari sono anche i padroni dei due cani. «La famiglia del bimbo morto non aveva rapporti con quei cani, non erano loro a gestirli – ha spiegato Conte -. Quello che è accaduto deve essere di monito a chi possiede questo tipo di cane».

Ora il servizio veterinario comunale prenderà in carico i due pitbull. Non è scontato che una volta portati al canile i due animali vengano abbattuti come si sta leggendo sui social.  La legge in materia è la 281 del 1991 («Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo» e prescrive che  si possano sopprimere «in modo esclusivamente eutanasico, ad opera di medici veterinari» i cani soltanto «se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità». Dunque andrà fatta prima una valutazione veterinaria sulla pericolosità e poi si deciderà il dafarsi.

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