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Bimbi dell’asilo presi a schiaffi dalla maestra: un registratore nascosto da una mamma ha fatto partire le indagini

Il figlio di 3 anni non voleva più andare a scuola: “La maestra mi picchia”. La madre scopre tutto cucendogli un registratore nel vestitino e la denuncia ai carabinieri.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Un registratore cucito nel vestito del figlio, per avere un riscontro oggettivo sui racconti del bimbo che parlava di schiaffi ed insulti subiti dalla maestra. E proprio dalle registrazioni, consegnate ai carabinieri, è partita l'indagine che ha poi portato alla sospensione cautelare di una maestra di una scuola dell'infanzia di Parete, nel Casertano, ora accusata di maltrattamenti nei confronti dei suoi studenti.

"Mamma, non voglio più andare a scuola, la maestra mi picchia"

Tutto era iniziato a giugno scorso, quando il bambino non voleva più andare a scuola. Non un banale capriccio di un bimbo di tre anni, ma una motivazione ben precisa: la maestra sarebbe stata solita prenderlo a schiaffi. La madre, insospettita anche da alcuni rossori riscontrati sul corpo del piccolo, si è così trasformata in una investigatrice. Prima ha parlato con altre mamme, cercando qualche riscontro. E già da qui, è emerso che altri bambini avessero confermato gli schiaffi e anche insulti come "scemo" e "cretino" che venivano detti non solo al figlio, ma anche ad altri bambini.

Il registratore cucito nel vestitino del piccolo dalla madre

Ma prima di procedere ad una denuncia, la donna ha deciso di vederci chiaro ulteriormente: ed ha così cucito, nel vestito del figlioletto, un registratore che potesse fornire una prova ancora più oggettiva dei racconti dei bambini. E quando il piccolo è tornato a casa, l'audio registrato non lasciava spazio a molte interpretazioni: si sentiva infatti una voce femminile apostrofare proprio con i termini riferiti dai bambini alcuni scolari, oltre a rumori che somigliavano proprio al suono degli schiaffi. E così la donna ha portato tutto in caserma, dai carabinieri di Parete.

I carabinieri acquisiscono le telecamere interne

I militari dell'Arma hanno raccolto la denuncia e hanno acquisito la scheda audio. E a quel punto, hanno iniziato a indagare anche loro: si sono presentati nell'istituto, acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza. E dai riscontri, sarebbero così caduti anche i pochi dubbi rimasti: dalle immagini si vedrebbe la maestra prendere a schiaffi i propri alunni, dargli calci, perfino forti strattoni e spintoni, arrivando addirittura a tirar loro i capelli. Elementi che hanno portato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord ha disposto la sospensione dall'attività scolastica per dodici mesi nei confronti della maestra, mentre le indagini per maltrattamenti continuano.

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