Bimba napoletana data in sposa a 13 anni: “Mia madre mi consegnò all’orco per liberarsi di me”
"Mia madre ha perso la testa, ma il prete, il vescovo di Nola, il giudice per i minorenni, come hanno potuto acconsentire a questo matrimonio maledetto?". Alle telecamere di Fanpage.it (VIDEO), Ilde Terracciano, ex sposa bambina nella nostra civilissima Italia. È il 5 gennaio del 1969 quando a Ottaviano, alle porte di Napoli, la tredicenne Ilde viene data in sposa, da sua madre, a un uomo che ha il triplo dei suoi anni, Pietro, un pregiudicato che gestisce diverse case del piacere nel Napoletano. In grembo, la piccola Ilde, porta il frutto di uno stupro. "Mia madre era rimasta vedova e voleva liberarsi di me, perché frequentava altri uomini – racconta una Ilde ormai matura a Fanpage.it – così quando si è presentato quest'uomo di 30 anni per chiedere di fidanzarsi con me, lei ha acconsentito. Gli ha dato 50mila lire e mi ha fatto portare via. Avevo 12 anni".
Ilde passa da bambole e cartoni animati a un fidanzato 30enne, alcolizzato e violento. "Quando lo vedevo mi facevo la pipì addosso – confessa – mi faceva ribrezzo il suo contatto, ma mia madre insisteva che era il mio fidanzato e dovevo lasciarlo fare. A un certo punto lui pretese di ‘consumare' il fidanzamento, ma io ero vergine, così portò a casa una prostituta e volle che li guardassi per ‘imparare'". Pietro la picchia, la sevizia, la maltratta finché non ottiene il suo scopo. "Finalmente riuscì a violentarmi nel letto di mia madre, restai incinta e lei, per tutta risposta, iniziò a preparare le nozze come se fosse un matrimonio normale." "Quando lo arrestarono per sfruttamento della prostituzione, la implorai di prendere i bambini e scappare, ma lei non volle e per paura che la denunciassi, mi fece internare in manicomio".
È qui che per la ragazzina comincia un lungo errare. "Da quel momento ho fatto di tutto per sopravvivere, anche cose non propriamente legali e mi sono imbattuta ancora una volta, in uomini che mi hanno sfruttato. Poi un giorno mi hanno arrestato e per me è stata una liberazione"."In carcere – ricorda Ilde – ritrovai la prostituta che avrebbe dovuto insegnarmi a ‘fare l'amore'. ‘Ti ricordi di me? – le dissi – Sono quella bambina famosa…' e la riempii di botte". Dopo il carcere riesce faticosamente a mettere in piedi un'attività, ha altri tre figli e dopo aver ottenuto l'annullamento di quel matrimonio che le rovinò la vita, ha scritto un libro sulla sua storia. Si chiama ‘Scappa a piedi nudi', perché quello che posso dire alle altre donne è che la violenza si può interrompere. Prendete i vostri figli e andatevene – dice rivolgendosi idealmente alle altre donne – fate i lavori umili, ma siate libere. Io ce l'ho fatta, potete farcela anche voi".