Bimba morta ad Acerra, la nonna materna: “Credo al papà. È stata una disgrazia”

"La bambina è morta, è stata sepolta, basta. Io non mi sono fatta nessuna idea, piango solo il dolore per mia nipote. Ho solo questo in testa". A parlare è la nonna materna della bimba di 9 mesi deceduta nella notte tra il 15 e il 16 febbraio ad Acerra, in provincia di Napoli, e sul cui corpo sono stati trovati segni di morsi di cane, riconducibili con tutta probabilità al pitbull di famiglia. Le cause del decesso non sono state ancora chiarite: da quanto trapelato dall'autopsia è possibile che la morte sia stata determinata dalla rottura del collo.
Il papà della piccola è indagato per omicidio colposo perché, come si legge nella nomina del consulente tecnico per l'autopsia, "ometteva la custodia e vigilanza del cane pitbull in suo possesso, il quale aggrediva la minore provocandole lesioni personali che determinavano la morte". Il giovane ha raccontato di essersi addormentato e, svegliatosi circa un'ora dopo, di avere trovato la bambina a terra in una pozza di sangue e di averla portata quindi al Pronto Soccorso della clinica Villa dei Fiori, che si trova poco distante.
I sanitari hanno successivamente dichiarato che, al momento dell'accesso, la bambina era già morta e che il decesso risaliva verosimilmente a mezz'ora prima. Il "buco" delle indagini riguarda le 22.30 fino alle 23.45 circa, l'aggressione sarebbe avvenuta in quel lasso di tempo, il padre si sarebbe svegliato solo dopo.
La nonna della bimba: "Credo a mio genero"
La donna, madre della madre della neonata, parlando con l'inviato del programma Rai "Ore 14", afferma di credere alla versione del padre della piccola. A domanda diretta, non ha esitazioni: "Io credo a mio genero, è stata una tragedia, una disgrazia. Ma in testa ho solo il dolore di mia figlia e mia nipote. Ora vorrei solo la tranquillità, perché anche noi siamo essere umani e vogliamo essere rispettati per il dolore che abbiamo avuto".
In merito alla prima versione fornita dal giovane al Pronto Soccorso, che inizialmente aveva detto che la neonata era stata aggredita da un cane randagio, aggiunge: "È stata la paura, la tensione. Tutti possiamo sbagliare". Non sa nulla, invece, della pulizia dell'appartamento, effettuata dopo il primo sopralluogo della Scientifica e prima che venissero apposti i sigilli.
L'avvocato Luigi Montano, difensore del 25enne, ha riportato a Fanpage.it la versione del suo assistito: sarebbero stati alcuni familiari che, credendo che gli accertamenti fossero ormai ultimati, lo avrebbero fatto per evitare ulteriore dolore alla madre della bimba.
"È morta una bambina, i genitori sono distrutti – conclude la donna – la magistratura farà tutto e deciderà. Io credo a mio genero". Al momento, accertata la presenza di morsi sul corpo, si dovrà attendere l'esito dell'autopsia per accertare la causa della morte: non si esclude che la bimba possa essere stata azzannata dopo il decesso, che potrebbe anche essere sopraggiunto per una caduta dal letto.
Conferiti gli incarichi per analisi Dna e cellulari
Gli incarichi per le analisi su Dna e telefoni cellulari sono stati, intanto, conferiti mercoledì. Nel primo caso verranno analizzati i tamponi con le tracce genetiche prelevate dopo la tragedia al fine di ricercare riscontri del Dna della bambina sul pitbull Tyson e viceversa. L'analisi sui telefonini invece servirà ad accertare se, come da lui raccontato, l'uomo si trovava effettivamente all'interno dell'abitazione quella sera.