Beppe Grillo, quella battuta su Napoli e i ladri e la grande lezione di Massimo Troisi
Erano altri tempi e si poteva scherzare, anzi si doveva scherzare su Napoli, soprattutto per ribaltarne lo stereotipo negativo. Oggi è tutto diverso: una battutina su Napoli e si scatenerebbero i social, si rivolterebbero i borbonici e gli sportelli "difendi la città" si attiverebbero con azioni legali. Anni 80: in tv c'è Beppe Grillo, lo spezzone è andato in onda nella trasmissione "C'è Grillo" trasmessa su Raidue. Il comico genovese era lontano anni-luce dall'entrata in politica con la fondazione del Movimento Cinque Stelle, era soltanto un formidabile autore e performer comico che ad ogni battuta scatenava la rabbia dei politici.
In una occasione, sfoderò una storiella su Napoli davvero divertente: «Far ridere i napoletani è difficilissimo…ad esempio io ho fatto una tournèe a Napoli, sono arrivato lì con la mia auto con l'autoradio…l'ho lasciata e sono andato a dormire, la mattina sono arrivata e te lo giuro…c'era ancora l'autoradio. Te lo giuro, ho chiamato i carabinieri è arrivato il tenente e mi ha detto guardi, non è mai possibile, non è mai successo…». Quindici secondi per demolire, col gusto del paradosso, una serie di luoghi comuni sulla città partenopea.
Una sortita, quella di Grillo che non faticheremmo a individuare come figlia di un certo modo ironico e tagliente di vedere Napoli che individua in Massimo Troisi il capostipite assoluto del genere, negli anni Ottanta, da solo e con la Smorfia. Troisi e Grillo furono amici, probabilmente non amici per la pelle ma sicuramente si stimavano reciprocamente: non tutti sanno di una loro gita al mare, in barca, insieme, presente l'immortale Pippo Baudo, fotografati per Mondadori.