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Bed and breakfast a Napoli: la legge Salva Casa porta il caos sulle nuove pratiche

Aigo Confesercenti: “Il Salva Casa ha modificato altezze minime e superfici per l’abitabilità, ma il Comune sta respingendo le richieste per aprire le locazioni brevi in locali che rispettano le nuove misure”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Dopo il nuovo Decreto "Salva Casa" 2024 che ha cambiato i requisiti per l'abitabilità degli appartamenti, al Comune di Napoli stanno arrivando richieste per aprire nuovi B&B, case vacanza e locazioni brevi anche nei locali che prima non avrebbero avuto le misure necessarie, ma che adesso, invece, le hanno. Il nuovo Dl 69/2024, infatti, convertito in legge 105/2024, ha cambiato i criteri, rendendo abitabili anche locali con un’altezza minima interna di 2,40 metri e monolocali con una superficie minima, comprensiva dei servizi di 20 metri quadrati per una persona e di 28 metri quadrati per due persone."Ma il Comune di Napoli sta annullando le pratiche che hanno questi requisiti" denuncia la Aigo Confesercenti, l'associazione di B&B e affittacamere, con Piergaetano Orlando. 

"A Napoli annullate le pratiche di chi rispetta il Salva Casa"

Lo Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap) di Palazzo San Giacomo, secondo Orlando, sta motivando la decisione richiamandosi al Decreto del Ministero della Sanità del 5 luglio 1975 prevede "28mq abitabili per un posto letto e 38 mq abitabili per due posti letto". "Con riferimento alla normativa citata – ossia la legge Salva Casa (ndr), si legge in una delle pratiche respinte – si precisa a tal riguardo che mancano indicazioni operative sull'applicabilità in merito, ad esempio, a "situazioni" già esistenti ed ai fini dell'istruttoria per le comunicazioni locazioni brevi e/o le strutture ricettive extralberghiere soggette a SCIA".

Stessa situazione anche per le superfici abitabili. Per l'apertura di una locazione breve al centro storico di Napoli, con locali di altezza minima di 2,60 metri – quindi ammessi dal Dl Salva Casa – il Comune ha motivano l'annullamento della richiesta richiamandosi anche in questo caso al Dl Sanità del 1975 che prescrive "altezza minima interna utile dei locali adibiti ad abitazione fissata in metri 2,70 riducibili a metri 2,40 per i corridoi, i disimpegni in genere, i bagni, i gabinetti ed i ripostigli".

"Ad oggi – spiega Piergaetano Orlando di Aigo Confesercenti – riscontriamo ancora pratiche annullate ai nostri associati le cui motivazioni non tengono conto del decreto "Salva Casa", nel quale si sono riviste sia le altezze, che le dimensioni minime per avere l'abitabilità. Alcune pratiche sono state redatte nel rispetto di questa normativa ormai vigente e della quale non si può non tenere conto. Ragion per cui almeno i valori delle altezze (2,40 m per le zone abitabili, 2,20m per bagni e corridoio) e i valori indicati per le quadrature delle stanze (20mq per una singola, 28mq per una doppia) devono essere utilizzati come parametri per la valutazione delle nuove pratiche".

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