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L'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli

Beatrice Venezi: “Giovanni Battista Cutolo amava il suo strumento, la musica era la sua missione”

La famosa direttrice d’orchestra ha affidato ai social un commovente e appassionato messaggio in ricordo di Giovanni Battista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso a Napoli.
A cura di Valerio Papadia
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La morte di Giovanni Battista Cutolo, il giovane musicista di 24 anni ucciso all'alba nel cuore di Napoli a colpi di pistola, dopo una lite per futili motivi, ha sconvolto non soltanto il capoluogo campano. Tante le reazioni che, nelle ultime ore, sono arrivate da istituzioni, personaggi pubblici legati al mondo della musica e non solo. Tra coloro che hanno voluto dedicare un pensiero al 24enne, che suonava il corno dell'Orchestra Scarlatti Young e studiava al Conservatorio di San Pietro a Majella, c'è anche la nota direttrice d'orchestra Beatrice Venezi, che ha affidato ai social un lungo e appassionato dedicato a Giovanni Battista, ma che contiene anche una riflessione sulla società odierna.

La direttrice d'orchestra inizia il suo lungo post con un ricordo del musicista 24enne:

Era un cornista di talento, lo sguardo limpido e sincero, appassionato e amoroso nei confronti del suo strumento, del vivere in orchestra, del fare parte di una comunità come quella della Scarlatti. Era un ragazzo sempre sorridente, educato e rispettoso nei confronti di tutti, del suo lavoro, della musica stessa. Non posso credere a quello che è successo, non posso credere né tantomeno accettare che la nostra società precipiti ogni giorno sempre più nel degrado e nella barbarie, nel vuoto di doti morali e intellettuali, un vortice centripeto annichilente in cui non si conosce più nemmeno il valore sacro della vita

Le parole di Beatrice Venezi diventano, man mano che il post prosegue, sempre più una occasione per riflettere sulla violenza che pervade la nostra società:

Cosa siamo diventati ? Animali? No, questa è retorica; gli animali non uccidono per crudeltà, ma solo per necessità. Siamo feccia. Dove sono finite la solidarietà, l'empatia, il senso di comunità che contraddistingueva la nostra società italiana? Siamo l'ombra di noi stessi, zombies che vivono solo nella notte dell'umanità. Corpi vuoti senza anima. Come artisti, ci mettiamo in gioco ogni giorno per portare la bellezza nella vita delle persone attraverso il linguaggio sublime della musica, i più alti valori umani a cui ispirarsi, per mostrare che un'altra via è possibile; ne abbiamo fatto la nostra missione e la nostra stessa vita

In conclusione, la direttrice d'orchestra parla ancora, però, di Giovanni Battista Cutolo:

Giovanbattista ne aveva fatto la sua missione e la sua vita. L'esatto opposto dell'odio e della brutalità di cui è stato vittima. Fino a stamani credevo fermamente in questa missione, e che con la cultura e con l'amore che l'arte insegna si sarebbero potute sanare le ferite della nostra società. Per il momento mi rimangono soltanto un senso di frustrazione e di impotenza, ma anche rabbia, tanta, e un senso di giustizia che adesso vuole essere soddisfatto. Mi stringo nel dolore alla famiglia di Giovanbattista, certa che la musica degli angeli lo accompagni da adesso in avanti

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