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Bassolino sindaco, il progetto c’è. Ma se c’è un candidato giovane e ‘nazionale’ non farà guerra al Pd

Incontro tra il segretario metropolitano del Pd e l’ex Sindaco di Napoli, convergenza sulle caratteristiche del profilo per il candidato Sindaco per il 2021: rompere l’isolamento di Napoli, autonomia da Vincenzo De Luca e rapporto aperto con la società civile. Sul tavolo il mazzo di carte dei nomi nazionali con Amendola e Manfredi in cima alla lista. Ma se dovessero venire meno, Bassolino si sente pronto alla sfida per palazzo San Giacomo.
A cura di Antonio Musella
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Si sono incontrati nel pomeriggio di ieri il segretario metropolitano del Partito Democratico, Marco Sarracino e Antonio Bassolino, ex Sindaco di Napoli e presidente della Regione Campania. Un incontro cordiale, riferiscono dal Pd, che ha avuto come tema principale il percorso del centro sinistra verso le elezioni comunali di Napoli della prossima primavera. In campo c'è già Alessandra Clemente, individuata da Luigi De Magistris, che non ha accolto sostegno del Pd e delle altre forze di centro sinistra. Bassolino da tempo coltiva l'idea di ripresentarsi ai nastri di partenza nella scelta per il candidato Sindaco di Napoli, dopo le primarie truffa del 2016 conclusesi con lo scandalo delle monetine documentato da Fanpage.it. Sul suo profilo Facebook lancia messaggi, per strada lo fermano in tanti, e l'ex Sindaco non ha mai dismesso l'idea del riscatto politico tornando alla guida di Palazzo San Giacomo.

Partito Democratico punta ad una nome di alto profilo, il cosiddetto "profilo nazionale" per riconquistare il Comune di Napoli dopo 10 anni di sconfitte sonore che hanno visto il centro sinistra non arrivare mai nemmeno al ballottaggio. A quanto apprende Fanpage.it l'incontro tra Bassolino e Sarracino è giudicato positivo da entrambe le parti: Bassolino ha riconosciuto il tentativo di cambiamento all'interno del partito dopo anni bui in cui il Pd era finito ai margini della politica cittadina, ed ha riconosciuto al segretario un maggiore coinvolgimento nella vita politica del partito. Sarracino ha spiegato che la sfida per palazzo San Giacomo non può che passare per la discontinuità e per una apertura ai pezzi sociali della città che in questi anni sono stati delusi dall'esperienza De Magistris ma che contribuiscono in maniera decisiva alla vita pubblica di Napoli.

Tre i punti di accordo sostanziali nell'individuazione del percorso: c'è bisogno di un profilo che sappia rompere l'isolamento istituzionale in cui si trova Napoli, c'è bisogno in buona sostanza di un Sindaco che alzi il telefono e possa parlare con autorevolezza con il governo e con la Regione Campania; il Sindaco di Napoli deve avere un profilo diverso e autonomo da quello di Vincenzo De Luca, sopportato più che supportato dal partito napoletano e dai vertici nazionali del Pd; infine il candidato Sindaco del centro sinistra deve saper parlare alla città dimostrando capacità di ascolto e traduzione degli impegni in fatti concreti, elemento questo che sta caratterizzando le mosse delle realtà della società civile come la "Ricostituente per Napoli", l'appello delle 101 personalità della città che si stanno confrontando con i partiti del centro sinistra in merito alla scelta del candidato per le elezioni del 2021. Infine l'accordo con il Movimento 5 Stelle, individuato da entrambi come un passaggio necessario per riproporre a Napoli l'alleanza di governo che sappia dare solidità e forza ad un'operazione di rilancio della città. Fino a qui i punti di convergenza. Poi c'è la scelta dei nomi sui quali entrambi gli interlocutori si sono tenuti larghi.

Per Sarracino il candidato da proporre ai napoletani deve avere un profilo nazionale, i ministri Enzo Amendola e Gaetano Manfredi sono in cima alla lista, ma anche una scelta che punti a valorizzare l'accordo con il Movimento 5 Stelle, a patto che si converga su profilo grillino nazionale, non è escluso dai vertici del Pd. Su questa ipotesi tornerebbero di moda l'idea impossibile della candidatura del Presidente della Camera Roberto Fico e quella meno impossibile del Ministro dell'Ambiente Sergio Costa.

Davanti ad un nome di alto profilo Antonio Bassolino, se coinvolto adeguatamente come sta provando a fare il Pd, si metterebbe a disposizione della causa supportando il percorso. Ma se queste ipotesi dovessero venire meno, allora l'ex Sindaco si sente pienamente in campo per puntare a Palazzo San Giacomo. Ipotesi questa che non fa fare salti di gioia al Pd, desideroso invece di puntare su un nome giovane e solido per riprendersi Napoli. D'altronde però, se dovesse venire meno il nome nazionale, oltre a Bassolino scalderebbero i motori in tanti, dal commissario di Abc Sergio D'Angelo al presidente dell'EAV Umberto De Gregorio, fino al responsabile cultura del Pd Nicola Oddati. Il percorso per ora all'interno del Partito Democratico è un percorso condiviso e la dialettica è aperta e senza tensioni. Vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi. In ogni caso: Bassolino c'è.

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