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Caos barelle all’Ospedale Cardarelli, “Qui è un inferno”: medici del Pronto Soccorso col lutto al braccio

Scoppia la protesta dei medici del Cardarelli che hanno chiesto l’intervento urgente dei sindacati: “Qui condizioni precarie e disumane sia per i malati che per il personale. Ora basta”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Torna il caos barelle al Pronto Soccorso dell'Ospedale "Antonio Cardarelli" di Napoli dove da giorni, ormai, si registra un'impennata di accessi, con carichi di lavoro esorbitanti. E scoppia la protesta dei camici bianchi: "Come dirigenti medici – scrivono in una nota protocollata – siamo impegnati tutti i giorni a tentare di dare assistenza ai nostri pazienti. Non possiamo più tollerare che nei fatti si sia creato un ‘sistema' dove sembra che ammalarsi sia una colpa e che questa colpa si debba scontare in precarie condizioni, in un inferno dove noi siamo vittime come i nostri stessi pazienti. Basta. La misura è colma. Da domani avremo il lutto al braccio per significare la nostra ferma opposizione di fronte alla negazione dei diritti dei pazienti e della nostra dignità professionale".

La nota firmata dai medici del Cardarelli

Il documento, firmato dai dirigenti medici e dai dirigenti medici in ordine di servizio di PS-OBI del più grande nosocomio del Mezzogiorno d'Italia, è indirizzato alle organizzazioni sindacali della dirigenza medica e per conoscenza al direttore generale del Cardarelli. Un grido di aiuto lanciato dalla Dirigenza medica del Cardarelli alle organizzazioni sindacali rappresentative ed un grido di allarme alla Direzione strategica Aziendale, perché dopo un anno dall'insediamento del nuovo direttore generale Antonio D'Amore, "la situazione – scrivono i camici bianchi – è peggiorata e nessun provvedimento è stato adottato".

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La denuncia: "Qui condizioni precarie e disumane"

La nota, firmata dai dirigenti medici in servizio presso l'UO di PS-OBI, unitamente ai dirigenti medici delle UO di Medicina Interna 1-2-3, Chirurgia Generale 1-2-3, Cardiologia Riabilitativa, Pneumologia 1-2, Neurofisiopatologia, Lungodegenza, che da due anni sono arruolati con ordini di servizio per integrare la carenza di organico in PS-OBI, ha toni a tratti molto duri, in cui si parla di "una situazione vergognosa":

"Siamo stanchi di essere mortificati professionalmente ed economicamente – scrivono i medici del Cardarelli – Siamo stanchi di continuare a garantire assistenza in condizioni precarie e disumane, sia per il malato che per noi stessi. Siamo stanchi di continuare ad esercitare la nostra professione senza incorrere in rischi medico-legali, a danno nostro e dell'azienda stessa. Siamo impossibilitati a garantire la privacy dei degenti nell'area medica di PS-OBI per la quotidiana ed atavica promiscuità dell'ambiente di lavoro in cui siamo costretti ad esercitare la nostra professione".

E conclude:

Chiediamo con forza l'immediato intervento delle organizzazioni sindacali rappresentative della dirigenza medica dell'azienda ospedaliera Cardarelli affinché si facciano carico tramite la Direzione Strategica aziendale di affrontare i problemi e di proporre le dovute soluzioni.

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