Bagnoli, sotto l’ex Italsider potrebbero esserci una Villa dell’Antica Roma e il Lazzaretto di Nisida
Sotto l’area dell’ex Italsider di Bagnoli potrebbero esserci una grande Villa dell’Antica Roma, attraversato da un ramo dell’acquedotto romano dell’Aqua Augusta (oggi conosciuto come l’acquedotto del Serino) e il Lazzaretto di Nisida, anche conosciuto come il “Sepolcreto degli Appestati”, dove venivano isolati i malati tra il Cinquecento e il Seicento.
È quanto emerge dal parere del Ministero della Cultura espresso sul progetto di fattibilità per la riqualificazione di Bagnoli-Coroglio dello scorso dicembre. Nel verbale conclusivo della Conferenza dei Servizi, il ministero fornisce suggerimenti e prescrizioni in merito al tema della tutela archeologica dell’area che abbraccia tutto il Sito di Interesse Nazionale.
L’ex Lazzaretto di Nisida vicino al Pontile Nord
Tra i reperti più importanti che potrebbero esserci nella zona, secondo il Ministero, figura il “Sepolcreto degli Appestati”, che doveva trovarsi a ridosso del Pontile Nord, dove saranno realizzati i parcheggi.
“Nella cartografia storica – scrive il Ministero della Cultura – in tale area è riportata la presenza del “sepolcreto degli appestati”, e cioè dei malati che venivano isolati nel lazzaretto di Nisida già in età tardo-rinascimentale”. Da qui, la prescrizione della “sorveglianza archeologica in fase d’opera per tutti gli interventi che comportino movimento terra a tutela di eventuali resti archeologici che potrebbero emergere durante le lavorazioni”.
Gli studi sulla Villa Romana
Ma l’attenzione maggiore è rivolta alla zona cosiddetta extra borgo, quella vicino alla costa, compresa tra il Borgo Coroglio e Nisida. Qui, dovrebbero sorgere la Villetta Giardino e il Villaggio Balneare e sono previsti importanti scavi nel sottosuolo, che potrebbero “intercettare certamente i livelli stratigrafici di età classica e post-classica”. Si tratta di un’area, secondo il ministero, dal punto di vista archeologico, “fortemente indiziata per la prossimità al complesso della vasta villa romana di Nisida, attraversata dalla relativa strada di collegamento e dall’apposito ramo dell’Aqua Augusta”.
Dato il rischio di impatto archeologico, “sembra opportuno prevedere una serie di approfondimenti e pertanto si chiede di integrare le previste semplici indagini geognostiche in indagini geoarcheologiche, come peraltro proposto dai redattori del documento di VIARCH e prescrivere anche per tale settore la sorveglianza archeologica in fase d’opera per tutti gli interventi che comportino movimento terra a tutela di eventuali resti archeologici che potrebbero emergere durante le lavorazioni”.
Sotto i riflettori, infine, la zona di Borgo Coroglio, perché l’area di intervento “ricade accanto a una zona vincolata per la presenza da una parte della viabilità antica e dall’altra delle strutture (sconosciute) che servivano Nisida”. Anche in questo caso, il Ministero ha prescritto la sorveglianza archeologica in fase d’opera per tutti gli interventi che comportino movimento terra a tutela di eventuali resti archeologici che potrebbero emergere durante le lavorazioni.