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Badante killer: indagini su 30 anziani che Mario Eutizia ha seguito

Mario Eutizia, il 47enne reoconfesso dell’omicidio di 4 anziani affidati alle sue cure. Rimane in carcere: “Mi sono consegnato per essere aiutato a non uccidere”. Ora si indaga su 30 anziani che ha seguito negli ultimi dieci anni.
A cura di Redazione Napoli
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Mario Eutizia, 47 anni, ha confessato l'omicidio di quattro anziani che aveva accudito negli ultimi anni. L'uomo, originario di Napoli, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo radiomobile di Caserta dopo i primi riscontri alle dichiarazioni rese. Ora i militari indagano se, tra i circa trenta anziani che l'uomo ha accudito negli ultimi dieci anni, ci possano essere altre vittime dell'uomo.

L'uomo, che lo stesso pm ha definito come un "angelo della morte", ovvero un tipo di omicida che si "sente realizzato" nel togliere la vita a persone che ritiene accoglierle come un sollievo. Lo stesso Eutizia ha detto che il suo obiettivo era quello di "alleviare le sofferenze" degli anziani affidati alle sue cure. Gli ultimi due anziani che sarebbero stati uccisi dal badante sono Gerardo Chintemi, deceduto lo scorso marzo a Vibonati in provincia di Salerni, e quello dell’89enne Luigi Di Marzo, morto a Casoria nel dicembre del 2023. Gli altri due omicidi confessati risalirebbero a circa dieci anni fa e sarebbero avvenuti a Latina, ma rispetto a questi non ci sarebbero indicazioni più chiare da parte del reoconfesso.

"Non volevo più vederli soffrire", ha dichiarato agli inquirenti, e per questo li avrebbe uccisi somministrando loro dosi massicce di farmaci. Ora il 47enne si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, a seguito del mandato di arresto del pm Annalisa Imparato, e rimane a disposizione degli inquirenti. Secondo quanto ha dichiarato, accompagnato dai suoi avvocati, l'uomo ha spiegato di essersi consegnato alle forze dell'ordine perché voleva essere aiutato "a non uccidere più".

Prima di consegnarsi alle forze dell'ordine l'uomo avrebbe dormito in strada a piazza Carlo Terzo a Napoli, come confermato dal legale Gennaro Romano. "Non aveva dove andare e così gli ultimi due giorni li ha passati su una panchina. Era venuto da Napoli, dove abitava, fino a Caserta, perché pensava di costituirsi qui", ha spiegato. "Il mio assistito – ha aggiunto il difensore – è una persona fragile, anche lui gravemente affetto da gravi patologie. L’ha scoperto dopo essere stato operato in seguito a un infarto mentre si trovava in Georgia dove lavorava nel settore della ristorazione, una decina di anni fa. Nelle sue azioni nei confronti degli anziani non è emersa la volontà omicidiaria, ma quella della “pietas”".

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