Aversa, l’indagine che ha svelato il giro di mazzette negli uffici comunali: “Così informai i carabinieri”
È intorno alle agevolazioni previste nei Piani Casa che si sono consumati molti reati nella Pubblica amministrazione. Esempio? La dichiarazione dell'aumento delle volumetrie. Si acquisisce un fabbricato diroccato e si chiede il permesso di aumentarne i volumi del 30%, come prevede la legge. Solo che spesso quel 30% diventa molto ma molto di più. Più volumi, più appartamenti, e più soldi per chi vende le case che saranno costruite.
La complicità fondamentale per mettere in piedi questo disegno è quella dei dipendenti dell'ufficio tecnico comunale. Ad Aversa lo scorso 22 aprile i carabinieri hanno arrestato 8 persone tra dipendenti pubblici e imprenditori, sono accusati di aver messo in piedi un giro di mazzette teso alla falsificazione di documenti urbanistici per favorire l'aumento illecito di volumetrie di uno stabile ad Aversa da cui sono stati venduti appartamenti per circa 6 milioni di euro. A svelare la falsificazione fu una ex consigliera comunale, Eugenia D'Angelo, che a Fanpage.it ha raccontato tutta la vicenda.
La testimonianza: "Mi dissero di farmi i fatti miei"
È il 2019 quando l'allora consigliera comunale di Aversa, Eugenia D'Angelo, ricevette un esposto che riguardava la ristrutturazione di un immobile a seguito del quale erano stati venduti molti appartamenti nuovissimi. "Ricevetti un esposto animo, in questo plico c'erano delle foto di google heart che mostravano come la volumetria di un immobile che era stato appena ristrutturato, erano molto inferiori rispetto a quanto era stato dichiarato all'ufficio tecnico" ci racconta la D'Angelo. "Si trattava di un vecchio edificio rurale con tanti spazi verdi, quello che si evinceva da quelle foto non combaciava con il permesso a costruire ed aumentare le volumetria che il costruttore aveva ricevuto – spiega – lì si sono poi realizzati appartamenti per un valore di circa 6 milioni di euro. Secondo quelle volumetrie dichiarata avrebbero potuto realizzate 6-7 appartamenti, invece ne fecero più di 20".
Un aumento delle volumetrie quindi che sarebbe stato molto al di sopra del 30% consentito dalla legge. L'ex consigliera comunale, ricevuto l'esposto, avvisa immediatamente sia la parte politica che quella tecnica. "Andai dal Sindaco e gli chiesi di verificare quello che veniva riportato nell'esposto, ma mi fu risposto che non era compito dei politici verificare la fondatezza degli atti amministrativi del Comune" racconta. Ma dopo la prima gelante risposta, la D'Angelo va a parlare con il dirigente dell'Ufficio Tecnico del Comune di Aversa: "Gli chiesi di revocare in autotutela il permesso a costruire, ma per tutta risposta mi disse che dovevo fare la consigliera comunale e non occuparmi di queste cose".
A quel punto la ex consigliera chiede un accesso agli atti, che avrebbe dovuto ottenere senza nessun altro atto conseguente, ma invece il dirigente dell'ufficio tecnico notifica alla proprietaria dell'immobile che la D'Angelo ha chiesto l'accesso agli atti. L'unico atto che compie l'ufficio tecnico è quello di diminuire il numero di appartamenti costruibili. "Dopo che avvisarono la proprietaria dello stabile che avevo fatto l'accesso agli atti, capii che c'era qualcosa che non andava" ci spiega. Di lì a poco la chiamata dei Carabinieri: "Nel 2021 fui chiamata da Carabinieri ed a loro consegnai tutta la documentazione che avevo raccolto e tutti gli atti che erano stati fatti"
"Il funzionario che conta le mazzette in Comune è un simbolo"
I Carabinieri di Aversa metto in piedi una complessa indagine avvalendosi anche di una serie di microspie e telecamere che vengono piazzate all'interno degli uffici comunali. Ed sono proprio queste telecamere che registrano lo scambio di mazzette tra alcuni degli arrestati. Il tutto avveniva direttamente negli uffici del Comune di Aversa. Dalle immagini diffuse dai Carabinieri si vede un dipendente pubblico alla propria scrivania che conta i soldi delle tangenti, tutti i banconote da 50 euro. "Quella immagine potrebbe essere l'icona di un sistema collaudato – dice la D'Angelo – nel senso che solo una persona che non teme di essere scoperta o punita può mettersi a contare quei soldi all'interno di un ufficio comunale".
L'immagine è senza dubbio d'impatto, l'ipotesi di reato contestata dai magistrati della Procura di Napoli Nord è quello di corruzione finalizzata alla falsificazione di atti pubblici, quelli che sarebbero stati necessari per ottenere i permessi a costruire imbrogliando sulle volumetrie. Gli arresti hanno sicuramente sconvolto il Comune, attualmente commissariato in attesa delle prossime elezioni amministrative che si terranno insieme alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno. "Quello che è accaduto ad Aversa può diventare un simbolo di un sistema più complessivo che può interessare tutta la Campania e che gira intorno al piano casa" sottolinea la D'Angelo. "Ma non solo, può anche implementare un sistema di riciclaggio di denaro per le organizzazioni criminali".
L'ex Sindaco Golia: "La legge mi impediva di annullare i permessi"
L'ex Sindaco di Aversa Alfredo Golia è intervenuto sulla vicenda sollevata da Fanpage.it volendo fare alcune precisazioni su quello che fu il suo operato durante l'intera vicenda. I permessi a costruire erano precedenti alla sua amministrazione, e precisa: "La ex consigliera D'Angelo mi chiese l'annullamento in autotutela del permesso a costruire di cui parla il servizio di Fanpage.it, cosa che mi veniva impedita dalla legge. Secondo il TUEL (testo unico degli enti locali) il Sindaco non può compiere l'annullamento che mi veniva richiesto – spiega Golia – sarei stato accusato di abuso di ufficio. Lo spiegai alla ex consigliera D'Angelo, furono queste le parole che le dissi". L'ex Sindaco spiega anche quelle che furono le mosse dell'ufficio tecnico: "Ai primi di gennaio del 2020 l'ufficio tecnico trasmise l'esposto anonimo alla Procura della Repubblica e per conoscenza anche al Sindaco, in questa missiva che mi fu mandato c'erano anche le attività di controllo che l'ufficio aveva avviato". Golia nella sua ricostruzione dei fatti arriva poi al 2021: "Io trasmisi per il tramite dell'ufficio legale del Comune, una lettera inviatami da questi costruttori, nel contenuto lasciavano intendere che il Sindaco aiutasse una parte contro l'altra, io che non ho nulla a che vedere con nessuno, trasmisi tutto alla Procura". L'ex Sindaco poi spiega: "Il mio errore fu che nell'esposto che inviai in Procura, l'avvocato del Comune trascrisse la lettera dei costruttori così come mi fu inviata, mi rendo conto che poteva sembrare che il Sindaco prendesse le difese di una parte. Ma il mio intento era solo quello di chiedere alla Procura di verificare quanto stesse accadendo". Chiediamo però all'ex Sindaco Golia anche un commento sull'inchiesta che ha poi portato agli arresti di imprenditori e dipendenti comunali: "E' una cosa vergognosa, chi ha sbagliato deve pagare, a me dispiace perché ne va di mezzo l'immagine della città e questo ferisce. Mai nessuno poteva immaginare che ci fosse un giro di tangenti, anche negli esposti anonimi non avevo mai letto una ipotesi del genere. Da quell'esposto che però io mandai in Procura nasce poi l'inchiesta dei Carabinieri".