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Avellino, inchiesta tamponi Covid alla Lazio: tutti prosciolti, “il fatto non sussiste”

“Il fatto non sussiste”: prosciolti da ogni accusa i tre indagati del laboratorio “Futura Diagnostica” di Avellino per il caso tamponi che riguardava la Lazio.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il fatto non sussiste, e dunque, il non luogo a procedere: davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Avellino finisce così il caso dei tamponi della Lazio analizzati nella Futura Diagnostica, il laboratorio di Avellino diretto da Walter Taccone. Il pubblico ministero Vincenzo Toscano aveva chiesto il rinvio a giudizio di Walter Taccone, presidente del cda di Futura Diagnostica, del figlio Massimiliano e di Francesca Di Marzo Capozzi, analista che aveva svolto i test e direttrice sanitaria del centro diagnostico: per tutti e tre, l'ipotesi di accusa era di falso, epidemia colposa e truffa in pubbliche forniture. Ma il gup ha disposto il non luogo a procedere nella mattinata di oggi, e così il caso si è chiuso dopo tre anni di indagini.

I tamponi "discordanti" di ottobre 2020

La vicenda esplose a fine ottobre 2020: il calcio era ormai ripartito per la nuova stagione, la prima dopo il lockdown, tra dubbi e incertezze legate a positività e tamponi. La Lazio, tra le gare di Champions col Bruges e lo Zenit di San Pietroburgo, e con quelle contro Torino e Juventus alternate alle precedenti, ottiene risultati diversi nelle analisi dei tamponi da parte di Synlab, il laboratorio centralizzato scelto dalla Uefa, e dalla Futura Diagnostica, il laboratorio di Avellino. Tre i calciatori su cui emersero difformità: Strakosha, Immobile e Lucas Leiva, tutti negativi per il laboratorio di Avellino (e dunque scesi in campo regolarmente). Le analisi successive della Uefa e dell'Asl di Roma, invece, avevano riscontrato la loro positività, facendo scattare l'inchiesta da parte della Procura di Avellino.

Quando Taccone disse a Fanpage.it: "Non siamo infallibili, ma da qui a paventare imbrogli.."

Subito dopo l'apertura dell'inchiesta da parte della Procura di Avellino, lo stesso Walter Taccone aveva spiegato in una intervista esclusiva a Fanpage.it che "non siamo infallibili, ma da qui a paventare imbrogli ce ne passa". Ed aveva anche spiegato come proprio in occasione dei tamponi di quel 26 ottobre, "quando si è trovata questa discrepanza, il responsabile medico della Uefa ha chiesto, per conto della Lazio, di avere tutte le indicazioni da parte nostra: gli abbiamo mandato chi analizza gli esami, quali geni vediamo. Insomma, tutti i dati tecnici sono stati trasferiti al responsabile medico della Uefa. Notizie indietro non ne abbiamo più ricevute", dicendosi anche sorpreso dell'inchiesta della Procura di Avellino: "Mi sarei aspettato fosse partita dalla Procura di Roma, visto che è interessata la Lazio. Non li ho schierati io questi giocatori in campo: dovevano passare dalla Lazio, che poi li avrebbe eventualmente rimandati a noi".

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