Avellino, candidato sindaco ricicla il vecchio discorso di un altro politico: “Colpa della stanchezza”
La distanza tra Rotondi, poco più di 3.600 anime nella Valle Caudina, ai piedi dei Monti del Partenio e Avellino, il capoluogo di provincia è di poco meno di un'oretta di viaggio. Nella stessa zona, si sa, storie e parole si tramandano, diventano un passaparola.
E probabilmente quelle che nel 2013 l'ex sindaco, allora candidato ad Avellino Paolo Foti, faceva riecheggiare in un suo comizio elettorale erano parole destinate a durare. Addirittura ad essere rievocate otto anni fa da un altro candidato. E infatti arriviamo ai giorni nostri a Rotondi, dove il candidato sindaco Giuseppe Ilario si è presentato con idee chiare, con un discorso asciutto e concreto. Un vero uomo del fare, scevro da personalismi, intenzionato a batter duro su pochi concetti chiari:
Nel mio programma elettorale ricorrono spesso parole come solidarietà, sicurezza, partecipazione, coesione sociale; sono valori che dobbiamo riscoprire tutti abbandonando egoismi, personalismi, contrapposizioni sterili …. Non sono un professionista della politica, non ho tessere di partito, non vengo dai banchi del consiglio comunale.
Qualcuno ascolta, altri applaudono. Ci sono i giornalisti locali che annotano. Ilario prosegue:
Da cittadino, naturalmente, ho sempre partecipato alla vita di questa comunità, collocandomi all’interno dell’area di Centrosinistra. Perché, allora, la decisione di questo impegno diretto, in prima persona? A livello emozionale ha pesato molto il debito di riconoscenza che ho maturato nei confronti di questa città, che mi ha visto crescere, mi ha dato la possibilità di studiare, di formare una famiglia, di avviare un’attività professionale ricca di soddisfazioni, soprattutto di vivere in una città dignitosa, laboriosa, tranquilla, solidale.
Parole che vengono da lontano, nemmeno tanto: sono le stesse, identiche e precise che otto anni fa Foti utilizzava per la sua candidatura. Le registrazioni televisive sono inequivocabili, il confronto è in un video che diventa virale su Whatsapp. È un discorso amabilmente riciclato, buono per ogni stagione e per ogni area politica, evidentemente.
Ilario fa finta di niente poi ad un certo punto è costretto ad ammettere e a giustificarsi. «Un fulmine a ciel sereno!» dice. «Con sconcerto ho appreso che le parole erano copiate dal discorso di qualche anno fa di un altro politico e adesso, se non lo sapevate, lo sapete anche voi. È stata la leggerezza di un momento dovuta alla stanchezza». Però Ilario è certo della sua buona fede: Perché, vedete, io a quelle parole credo sino in fondo: quei concetti, del resto, non sono soltanto i miei, ma li sento eterni e collettivi, quindi potenzialmente di tutti».