Autonomia differenziata, Napoli in piazza per dire no: “Meloni ascolti questo grido”
Tra le 7 e le 8mila persone hanno preso parte alla manifestazione nazionale a Napoli contro il disegno di legge sull'autonomia regionale differenziata, cavallo di battaglia della Lega ed in particolare del Ministro Calderoli, e sostenuta dal governo di Giorgia Meloni. Si tratta sicuramente della mobilitazione più partecipata su questo tema organizzata negli ultimi mesi, in cui i partiti di opposizione hanno dato battaglia nelle commissioni parlamentari e promosso altri appuntamenti simili. Si tratta di una prima risposta ad un disegno di legge che rischierebbe, secondo i manifestanti, di dividere definitivamente il paese tra Nord e Sud creando uno squilibrio economico non più colmabile. In piazza tanti comitati, associazioni, il Partito Democratico, i Verdi, Sinistra Italiana, molti amministratori, Sindaci, ed anche il vice presidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola. Soprattutto tanti studenti che nel sabato pomeriggio hanno ingrossato le fila della manifestazione. Il grande assente è il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha disertato l'appuntamento, nonostante in piazza c'era gran parte della coalizione che lo sostiene al Comune di Napoli, con in testa i parlamentari Pd e dell'alleanza Verdi e Sinistra, ma anche il Movimento 5 Stelle con Roberto Fico.
"Finalmente una manifestazione popolare"
La manifestazione è partita da Piazza Garibaldi ed ha percorso il Corso Umberto I, snodandosi per le vie principali della città. Presenti anche delegazioni da altre regioni del Sud, in particolare dalla Calabria e dalla Puglia, con bandiere e striscioni, a dimostrazione di come in tutte le regioni del Mezzogiorno la mobilitazioni stia crescendo in maniera importante. "Ne parlano in pochi, e dobbiamo ringraziare media come Fanpage.it che ne parlano – ci dice Elena Coccia del Comitato contro l'autonomia differenziata – hanno creato intorno a noi il deserto, con la deindustrializzazione, ed ora ci propongono con l'autonomia differenziata di ricacciarci ancora più indietro. Se a questo si unirà la legge sulle gabbie salariali sarà un disastro. I nostri migliori medici andranno al Nord, i nostri migliori infermieri andranno al Nord, i nostri migliori docenti andranno al Nord, ed a noi cosa resterà?". La sensazione è che davvero il dibattito sul disegno di legge contro l'autonomia differenziata sia diventato un tema più sentito. Il manifesto che ha convocato la mobilitazione ritrae una caricatura del Ministro Calderoli, con la scritta "Maalox" e la frase "Chi chiagne e chi fotte?", riprendendo la poco felice affermazione del Ministro che a conclusione di una delle sedute della commissione parlamentare che sta discutendo il disegno di legge, aveva sostenuto di essere "stanco di sentire i piagnistei da eterno chiagne e fotti di partenopea memoria". "E' un bene che questa battaglia venga portata nelle piazze – ci dice Peppe De Cristofaro, senatore di Sinistra Italiana – l'autonomia differenziata, lo abbiamo spiegato in tutti i modi, è un disegno di legge scellerato ed avrà effetti devastanti anche per il Nord. Ma per il Mezzogiorno sarà una vera e propria mannaia". In piazza anche il Partito Democratico, con la federazione giovanile ma anche tanti amministratori locali. "Giorgia Meloni ascolti questa piazza, ascolti il grido dei cittadini e degli amministratori del Mezzogiorno – ci dice Marco Sarracino, deputato campano del Pd – questo è un disegno di legge che fa male a tutta l'Italia. La nostra battaglia non sarà solo in Parlamento ma anche in tutto il paese, ed è importante la presenza dei Sindaci e anche del Vice Presidente della Regione Campania, perché rafforza questa battaglia".
La Regione c'è, Manfredi è il grande assente
Tanti Sindaci e amministratori del Partito Democratico, tutti tranne il Sindaco della città. Gaetano Manfredi, dopo aver portato il suo saluto in mattinata ad una iniziativa del Movimento 5 Stelle con Giuseppe Conte, ha disertato la manifestazione. Ancora una volta da Palazzo San Giacomo, sembrano aver preferito la linea del "dialogo a tutti i costi" con il governo piuttosto che la battaglia politica che sembra non essere proprio nelle corde del primo cittadino partenopeo. In piazza invece c'è la Regione Campania. Non c'è Vincenzo De Luca, che dello scontro con il governo Meloni ha fatto in questo momento politico, il suo tratto caratterizzante. C'è invece Fulvio Bonavitacola, vice di De Luca, e suo storico braccio destro. "Tutto il governo è complice di questa scellerata idea di divisione dell'Italia – ha detto ai giornalisti all'inizio della manifestazione – siamo qui come Regione Campania perché bisogno fermare quello che il presidente De Luca giustamente definisce come un controrisorgimento". Il Vice presidente ha replicato anche al Ministro Fitto ha sostenuto che: "Non c'è un obbligo a dare i fondi alle Regioni". "E' una affermazione incommentabile – ha detto Bonavitacola – farò una fotocopia della Gazzetta Ufficiale, che è il bollettino dove vengono pubblicate le leggi della repubblica, e con un pennarello giallo gli evidenzierò tutti i passaggi che obbligano il governo a dare i fondi alle Regioni ed a fare i patti con le Regioni".