Auto esplosa in Tangenziale, riuscito secondo intervento su Fulvio: ma dovrà essere ancora operato
È riuscito il secondo intervento chirurgico su Fulvio Filace, lo studente universitario 25enne, laureando in Ingegneria Meccanica all'Università Federico II di Napoli, rimasto gravemente ustionato nell'esplosione dell'auto modificata ibrida a diesel e elettrica, avvenuta venerdì scorso sulla Tangenziale di Napoli.
Riuscito il secondo intervento al Cardarelli
Il giovane, tirocinante presso il CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, è ancora ricoverato da 6 giorni presso il Centro Grandi Ustionati dell'Ospedale “Antonio Cardarelli” di Napoli, nella terapia Intensiva guidata dal professor Romolo Villani. Fulvio, era stato sottoposto ad un primo intervento lunedì scorso. Ieri, a quanto apprende Fanpage.it da fonti qualificate, “è stato operato di nuovo. L'intervento è andato bene. Ma dovrà essere sottoposto ad altri diversi interventi. Si tratta di interventi di rimozione dei tessuti. Successivamente saranno eseguiti trapianti di pelle”. Oggi il giovane paziente è stabile, i medici sono fiduciosi nella sua ripresa. Ma il percorso di degenza e di recupero richiede del tempo.
Attorno a Fulvio e alla sua famiglia è scattata una spontanea gara di solidarietà. Tantissime persone hanno espresso la loro vicinanza e il dolore per quanto accaduto. Oltre 100 persone hanno risposto all'appello social per la donazione di sangue. Unanime il cordoglio, anche delle istituzioni, come il CNR e l'Università Federico II e il consiglio comunale di Napoli, per la morte della dottoressa Maria Vittoria Prati, 66anni, prima ricercatrice del CNR, che era nell'abitacolo dell'auto esplosa. La ricercatrice, purtroppo, è deceduta lunedì, dopo 4 giorni di degenza.
Le indagini di Procura e investigatori
Non è chiaro quale possa essere stato il motivo che ha innescato l'incendio sull'auto. Sulla vicenda è aperta una inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli. Fascicolo affidato al sostituto procuratore Manuela Persico, della VI sezione, coordinata dal procuratore aggiunto Simona Di Monte. Indagini sono state delegate ai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli e a quelli del Ris di Roma, e inizialmente seguite dalla Polizia Stradale.
I due ricercatori, secondo le prime ricostruzioni, venerdì viaggiavano a bordo di una Polo Volkswagen modificata, nell'ambito di un progetto denominato "Life-Save": sostanzialmente consisterebbe in una vettura diesel trasformata in una ibrida elettrica tramite due motori elettrici montati sui mozzi delle ruote posteriori, dei pannelli solari e una batteria al litio. Tra gli elementi emersi nelle primissime indagini, risulterebbe che l'esplosione sarebbe stata preceduta da un "forte odore alcolico", come avrebbe riferito il 25enne nelle prime fasi dei soccorsi. Ma non è chiaro, se confermato il particolare, da cosa possa essere stato causato.