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Auto a fuoco a Soccavo, è della suocera del 20enne arrestato per l’omicidio del fidanzato della sorella

Incendiata un’automobile a Soccavo; la vettura appartiene alla suocera di Pasquale Muro, accusato dell’omicidio di Anthony Artiano, fidanzato della sorella.
A cura di Nico Falco
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Potrebbe essere legato ad un omicidio l'incendio che questa notte ha danneggiato un'automobile a Soccavo, nella periferia Ovest della città: la vettura, apprende Fanpage.it da fonti qualificate, è intestata alla suocera di Pasquale Muro, il 20enne finito in manette nello scorso novembre per la morte di Antonio Artiano, il 23enne ucciso con un colpo di pistola alla testa al Rione Traiano; al momento non sono emersi riscontri investigativi che diano per certo il collegamento, ma all'epoca la famiglia del giovane arrestato si era allontanata da Napoli in seguito a minacce.

L'incendio intorno alle 3 del mattino, all'altezza del civico 132 di via Giustiniano. L'automobile, una Fiat 500L, era parcheggiata in strada. Per spegnere le fiamme è stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco, le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Bagnoli; al momento le cause non sono state ancora determinate, ma sembra verosimile che si sia trattato di un incendio doloso; ascoltata anche la proprietaria della vettura, una 47enne già nota alle forze dell'ordine.

L'omicidio, invece, risale alla metà del novembre 2022. Antonio Artiano, per tutti Anthony, venne gravemente ferito nel cortile della sua abitazione e morì sei giorni dopo in ospedale. Vicenda sicuramente complessa, che in un primo momento aveva fatto pensare ad un agguato di camorra, soprattutto per via dei precedenti penali del padre della vittima, che in passato era stato molto vicino al reggente del clan Grimaldi. Le indagini, però, hanno svelato una realtà diversa: non era stato un omicidio tra clan ma l'epilogo tragico di una lite familiare.

A sparare, infatti, sarebbe stato il 20enne Pasquale Muro, fratello della fidanzata di Anthony. Sarebbe avvenuto durante un incontro chiarificatore tra le due famiglie che sarebbe però degenerato. Dopo il ferimento il ragazzo e la famiglia si erano allontanati da Napoli per paura di ritorsioni e anche il loro bar, che si trova in zona, era stato chiuso (oggi è aperto ma con una nuova gestione); rintracciato dalla Squadra Mobile in Abruzzo, il giovane era stato sottoposto a fermo per omicidio. Nello scorso febbraio aveva ottenuto gli arresti domiciliari per ragioni di salute.

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