Attraversare bendati Piazza Plebiscito: la leggenda che appassiona napoletani e turisti
Piazza del Plebiscito è il salotto bello, il simbolo di Napoli in Italia e all'estero. A dominare la piazza ci sono da un lato la Basilica intitolata a San Francesco da Paola, voluta da re Ferdinando I e di fronte l'imponente Palazzo Reale, il tutto a poche centinaia di metri dal lungomare. Per secoli la piazza fu uno spiazzo irregolare e solo durante il periodo napoleonico cambiò completamente struttura per diventare come la ammiriamo oggi. Essa fu ridisegnata per volere dei sovrani francesi. La piazza con i suoi 25mila metri quadrati rappresenta una delle più ampie d'Italia.
Tra la basilica e il Palazzo Reale spiccano le due statue equestri di Carlo III di Borbone e di Ferdinando I. Le sculture furono commissionate per ricordare il ritorno della dinastia borbonica dopo l'occupazione francese.
La leggenda di Piazza Plebiscito a Napoli
Passeggiando in Piazza Plebiscito è comune incontrare napoletani e turisti che tentano di attraversare la piazza con gli occhi bendati. Ebbene, il gioco che impervia in questo periodo estivo e non solo ha una tradizione molto antica che mescola storia, leggenda e tradizione napoletane creando un mix incredibile. L'impresa esige che una persona bendata tenti di percorrere i 170 metri che intercorrono tra la porta d'ingresso del Palazzo Reale e le statue equestri.
La prova è valida se la persona riesce a passare fra i due cavalli. La leggenda sostiene però che nessuno sia mai riuscito nell'ardua prova a causa di una maledizione della regina Margherita.
Si narra, infatti, che la sovrana era solita concedere una volta al mese la libertà ai suoi prigionieri qualora fossero riusciti nella prova, ma che a causa della maledizione effettivamente la sovrana non abbia mai risparmiato nessuno.
Esiste però una spiegazione un po' meno fantasiosa e più scientifica: valutando che la superficie della piazza è sconnessa e molto ampia, bendati è molto facile perdere il senso dell'orientamento e la direzione. Pertanto tutti coloro che provano a superare la prova falliscono miseramente nell'impresa. Insomma, non resta che tentare l'impresa.