Attacchi a civili e forze dell’ordine: i progetti della rete neonazista smantellata a Napoli
Volevano compiere azioni violenti contro civili e forze dell'ordine: accuse pesantissime quelle mosse dalla Procura di Napoli nei confronti di diverse persone, indagate questa mattina perché secondo gli inquirenti farebbero parte di un'associazione ritenuta sovversiva, di stampo neonazista, negazionista e suprematista, chiamata "Ordine di Hagal" con sede a Marigliano, nel Napoletano. Altre 26 persone in tutta Italia, invece, sono stati oggetto di perquisizioni di vario tipo e tutti ritenuti in contatto con l'associazione e i suoi canali. Quattro indagati, tutti Campani, sono stati portati in carcere.
Le accuse verso i 4 arrestati
I quattro arrestati sono indagati per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico. Sono infatti gravemente indiziati di avere costituito, organizzato, promosso e finanziato l'intera struttura, che secondo gli inquirenti sarebbe una vera e propria
associazione per delinquere, operante anche attraverso la diffusione del sito web dell’Associazione “Ordine di Hagal” e l’utilizzazione di altri social media, finalizzata al compimento di atti eversivi violenti, istigazione a delinquere, apologia e negazionismo, con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa
I quattro indagati sono anche ritenuti gravemente indiziati di "avere compiuto attività di propaganda delle idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico, e di istigazione a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici, fondati anche sulla minimizzazione in modo grave e sulla apologia della Shoah".
Un quinto indagato a Roma
L'unico indagato fuori dalla Campania si trova invece nella Capitale: è stato sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di Roma in quanto gravemente indiziato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Secondo gli inquirenti, utilizzava i social network per scambiare e diffondere materiale di vario tipo di tipo neonazista e suprematista, di negazione della Shoah e dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra.
Perquisizioni in tutta Italia
In tutta la Penisola sono state 26 le perquisizioni personali, domiciliari ed informatiche avvenute questa mattina. Non solo nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, ma anche a Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone. Tutte in contatto, attraverso i social ed appositi altri canali di comunicazione, con le persone arrestate facenti parte del complesso circuito nazionale neonazista ricostruito dagli inquirenti.
Attacchi contro i civili e le forze dell'ordine tra i "progetti"
Secondo quanto emerso dalle indagini, alcuni degli indagati avevano la dichiarata volontà di compiere "eclatanti azioni violente", sia nei confronti di civili sia nei confronti di forze dell'ordine. Dalle indagini, iniziate nel 2019, sono emerse anche attività di addestramento paramilitare, frequentando anche campi di combattimento all'estero e mantenendo contatti con formazioni ultranazionaliste: tra queste, le formaioni "Centuria", "Pravi Sector" e il "Battaglione Azov", verosimilmente in vista di un possibile reclutamento nelle fila degli stessi gruppi combattenti.