Assegno di inclusione, a Napoli rischio sospensione: “L’Inps non ha fornito i dati al Comune”
"L'Inps sta già pagando l'Assegno di Inclusione a Napoli, ma i dati delle domande non sono stati ancora caricati sulla piattaforma Gepi. Gli assistenti sociali del Comune non possono lavorare le pratiche. Abbiamo circa 30mila domande che devono essere prese in carico da 220 assistenti sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione dei Patti di Attivazione Digitale (Pad). Abbiamo già perso 26 giorni di lavoro. A causa di questi ritardi si rischia l'interruzione dell'assegno, perché in piattaforma i dati non ci sono". A lanciare l'allarme a Fanpage.it è l'assessore al Welfare del Comune di Napoli, Luca Trapanese. L'Inps ha poi risposto all'assessore comunale.
Che cosa è il PAD e a che serve
Il Patto di Attivazione Digitale (Pad) è lo strumento che serve per sbloccare il pagamento dell’Assegno di Inclusione, il contributo di 500 euro al mese destinato agli ex percettori del Reddito di Cittadinanza e alle nuove domande che rientrano in particolari categorie, come le famiglie con figli minori, anziani over 60 e disabili, e quello del Supporto Formazione Lavoro, che è per gli occupabili e che prevede, invece, un contributo da 350 euro al mese legato alla frequenza.
L'Assegno di Inclusione è entrato in vigore dal 1 gennaio 2024 in sostituzione del Reddito di Cittadinanza. I primi pagamenti sono stati programmati dall'Inps per oggi, 26 gennaio, per chi ha presentato la domanda entro il 7 gennaio scorso. La card si ritira alle Poste al primo pagamento, e oggi, infatti, si sono registrate code e file negli uffici postali napoletani, con tensioni nelle zone di Secondigliano e Poggioreale, come anticipato da Fanpage.it. In Campania sono circa 110mila i Pad sottoscritti, mentre sarebbero circa 65mila le domande accolte dall'Inps nella provincia di Napoli.
Che cosa è la piattaforma Gepi
La Piattaforma GePI del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stata creata per gestire i Patti per l’inclusione sociale. Qui sono caricati i dati dell'Assegno di Inclusione (AdI) e dei corsi del Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) ai quali i Comuni possono attingere. Le domande SFL sono in piattaforma GePI per consentire i controlli di residenza su quelle che necessitano approfondimenti.
La piattaforma fa parte del SIISL, il nuovo Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa – un sistema creato per aiutare ad incrociare domanda e offerta di lavoro. Attraverso GePI, i Comuni possono fare i controlli chiesti dall'Inps e incrociare i dati dell'Isee con quelli dell'Anagrafe. Al momento, però, sulla piattaforma GePI del Comune di Napoli non sono presenti ancora i dati relativi all'ADI, così come mancano quelli relativi all'SFL – nel corso della giornata sono state caricate poi circa una 30ina di domande – che possono essere caricati successivamente alla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD) da parte del cittadino.
Assessore Trapanese, come sta funzionando a Napoli l'erogazione dell'Adi?
Le persone che hanno diritto all'Adi oggi hanno percepito i soldi tranquillamente, perché hanno aderito ai Patti di Attivazione Digitale. Si tratta di cittadini che hanno presentato domanda online sul sito dell'Inps in maniera autonoma, oppure tramite Caf. Una volta sottoscritto il patto, viene maturato il diritto all'assegno di inclusione. Tuttavia, le amministrazioni comunali hanno 120 giorni di tempo per prendere in carico il Pad e confermare il diritto all'Adi.
Qual è il problema?
Il problema è che questi Pad, ci era stato detto, che sarebbero stati caricati dall'Inps sulla piattaforma Gepi verso il 15 gennaio. Ad oggi non c'è nessun PAD caricato sulla piattaforma. L'Inps sta pagando, ma i Comuni non hanno possibilità di convocare i nuclei per la valutazione del bisogno dei beneficiari ADI, in quanto le domande non sono ancora caricate in Gepi. I Comuni hanno solo 120 giorni di tempo dalla data in cui è stato attivato il Pad. I termini dei 4 mesi decorrono dall'atto della sottoscrizione del PAD, che per molti cittadini sono stati firmati già dal 1 gennaio. I Comuni devono convocare il nucleo familiare entro questo termine per avviare un percorso di inclusione sociale e una presa in carico del nucleo e poi pianificare un progetto dedicato. Tutto questo non è ancora avvenuto, perché sulla piattaforma Gepi che collega gli assistenti sociali all'Inps siamo a zero. Si sono persi già 26 giorni.
Qual è il rischio, quindi?
Senza questi dati, gli assistenti sociali non possono chiamare le persone. Si rischia l'interruzione dell'assegno perché in piattaforma i dati non ci sono ed è possibile che a causa dei tempi stretti e dell'enorme numero di pratiche possiamo non farcela a lavorare queste pratiche, se il Governo non interverrà con una proroga. Per quanto ci compete, noi ci siamo attivati per tempo. Abbiamo chiesto a tutti gli assistenti sociali di iscriversi alla piattaforma Gepi e di prendere in carico i nuclei beneficiari Adi. Ma stiamo parlando di almeno 25-30 mila pratiche di Adi, per 220 assistenti sociali a Napoli: quindi oltre 100 pratiche a testa circa da espletare in meno di 3 mesi, con la verifica dei requisiti e la preparazione di progetti dedicati per ogni nucleo familiare.