Pagamento assegno di Inclusione a Napoli: date di gennaio 2024
I primi pagamenti dell'Assegno di inclusione a Napoli arriveranno dal 26 gennaio prossimo. Confermata nel capoluogo campano la data di partenza dei primi bonifici indicata dall'Inps, come apprende Fanpage.it da fonti qualificate. L'importo massimo dell'assegno, che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, è di 500 euro al mese, fino a un massimo di 6mila euro all'anno. Ma il contributo si può sommare all'Assegno Unico Universale. I beneficiari sono i nuclei familiari con al proprio interno almeno un disabile, un minore o un anziano over 60. In Campania sono circa 170mila i potenziali beneficiari.
I primi accrediti a chi ha fatto domanda tra il 18 dicembre 2023 e il 7 gennaio
I primo accrediti partiranno da venerdì 26 gennaio 2024. Riceveranno i contributi coloro che hanno presentato la domanda tra il 18 dicembre 2023 e il 7 gennaio 2024, in presenza di un Patto di attivazione digitale (Pad) sottoscritto con esito positivo.
Per poter accedere al beneficio, infatti, oltre a presentare la domanda di ADI, bisogna effettuare l'iscrizione al Sistema Informativo di Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) e sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale del nucleo familiare. In caso di sottoscrizione tardiva del PAD, il riconoscimento del beneficio decorrerà dal mese successivo a quello di sottoscrizione del PAD stesso. Per tale motivo l'Istituto ha previsto una campagna di comunicazione per sollecitare i richiedenti la misura per i quali non risulti sottoscritto un Patto di attivazione.
In Campania sono 170mila i potenziali beneficiari
In Campania, i percettori di Rdc nel 2023 sono stati circa 253mila, mentre a livello nazionale sono stati 743mila, secondo le stime dell'Inps. Di queste, 348mila hanno un minore, 342mila un over 60 e 216mila un disabile. Si tratta, quindi, di circa 373mila persone in meno rispetto ai percettori del Reddito di Cittadinanza, che nel 2023 sono stati un milione 110mila. Sono esclusi dalla misura i cosiddetti "occupabili", cioè i cittadini al di sotto dei 60 anni che possono lavorare, che prima, invece, avevano diritto alla carta gialla.