La bottega di Bruno Ravone a Soccavo: occhiali e custodie per sfidare il made in China
È il padrone di casa, Bruno Ravone, che ci accoglie e ci parla del suo negozio, che si trova in una traversa di via Epomeo a Soccavo: «È il mio piccolo gioiello – dice – tutte le mie energie, le ho spese tra queste mura». Ciò che vediamo gli dà ragione: sugli scaffali sono sistemati con cura tanti accessori, come cinturini per orologi, pochette e cappelli. Il suo cavallo di battaglia sono però le aste intercambiabili per occhiali: «Si possono sostituire senza l’aiuto dell’ottico – spiega Bruno – e abbinarle a seconda di come si è vestiti. Basta un click e il gioco è fatto». Tra le fantasie, non mancano quelle a motivo campano: ‘o curniciello anti malocchio, gli agrumi e le ceramiche della costiera amalfitana, tutte disegnate su seta finissima.
Nel retrobottega c’è il laboratorio, la stanza delle invenzioni di Ravone. Qui, custodisce con gelosia tutti i suoi attrezzi del mestiere. Ci spiega che sono realizzati su misura: «Mica comprati al ferramenta! – scherza – Ogni utensile che possiedo, l’ho prima disegnato su carta, poi fatto forgiare da un fabbro. Per un lavoro preciso, serve che ogni dentino sia al suo posto». Mentre ci racconta delle sue esperienze, Bruno crea una pochette per occhiali da taschino. Taglia i tessuti, li cuce a macchina e, in pochi minuti, il fodero è pronto; in tutta Italia, compreso lui, sono rimasti solo in tre a produrre questo accessorio.
I cinturini per orologio si abbinano alle aste e alle custodie degli occhiali: «Tutti hanno la parte interna rivestita in pelle – dice l’artigiano – in questo modo, non vengono rovinati da sudore e liquidi». Infine, i cappelli, comprati a Firenze e personalizzati a Napoli: «Ci applichiamo delle fasce, li bordiamo – dice – trasformiamo un semilavorato in qualcosa di unico». “Il trifoglio” è dove sartoria e passione fanno la differenza, nella creazione di ciascun accessorio: «Con un prodotto di nicchia – conclude Bruno – hai una clientela ristretta, ma che sa darti soddisfazioni. E non sei uno come tanti».