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Arrestato per droga l’assassino di Simonetta, figlia 11enne del magistrato Alfonso Lamberti

Sottoposto ai domiciliari per droga Antonio Pignataro; il 67enne aveva confessato di avere partecipato all’agguato in cui era stata uccisa la figlia del magistrato Alfonso Lamberti.
A cura di Nico Falco
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Simonetta Lamberti
Simonetta Lamberti

È stato sottoposto ai domiciliari Antonio Pignataro, reo confesso dell'assassinio della 11enne Simonetta Lamberti, figlia del magistrato Alfonso: l'uomo è destinatario di una misura cautelare per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, eseguita dai militari dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e Salerno; per l'omicidio della bambina l'uomo era stato condannato 30 anni di reclusione. L'arresto arriva in seguito all'accoglimento del ricorso in Cassazione proposto dalla Procura di Catanzaro contro l'annullamento che era stato disposto dal giudice del Riesame di una precedente misura cautelare adottata nei confronti del 67enne.

Ai domiciliari Antonio Pignataro, l'indagine sul narcotraffico

Pignataro, un passato tra le fila della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e poi collaboratore di giustizia, è ritenuto appartenente ad un gruppo criminale attivo a Napoli, Salerno, Reggio Calabria e Salerno. Ai vertici, secondo gli inquirenti, ci sarebbe Domenico Tamarisco; il presunto capo dell'associazione e altri sette indagati sono stati già raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 7 luglio 2023 dal gip di Catanzaro, in sede di rinnovazione, per competenza territoriale, di un provvedimento analogo che era stato emesso dal gip di Salerno.

L'omicidio di Simonetta Lamberti a Cava de' Tirreni

Simonetta Lamberti venne uccisa il 29 maggio 1982 a Cava de' Tirreni, in provincia di Salerno, vittima innocente di un attentato contro il padre, che all'epoca era Procuratore di Sala Consilina. Alfonso Lamberti era quasi arrivato a Cava quando la sua automobile venne affiancata da un altro veicolo da cui partirono diversi colpi di pistola; l'uomo venne ferito in modo non grave mentre la bambina, che stava dormendo sul sedile posteriore, venne raggiunta da una pallottola alla testa che non le lasciò scampo.

Nel 2011 l'inchiesta era stata aperta in seguito alla dichiarazioni di Pignataro, reo confesso, che aveva rivelato di avere partecipato all'organizzazione dell'agguato, a bordo dell'automobile di appoggio a quella dei killer, e aveva indicato altri quattro nomi (tutti già deceduti all'epoca della confessione) come esecutori. Il 67enne, condannato a 30 anni nel 2014 con rito abbreviato, è stato scarcerato nel 2019 e sottoposto all'obbligo di dimora.

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