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Arrestato l’ex boss Vincenzo Mele: vicino al commissariato di Pianura con la pistola in tasca

In manette Vincenzo Mele ‘o Lattaro, ex reggente dell’omonimo clan di Pianura: era in strada con in tasca una pistola col colpo in canna.
A cura di Nico Falco
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La pistola sequestrata a Vincenzo Mele
La pistola sequestrata a Vincenzo Mele

Se ne andava in giro a Pianura con una pistola carica in tasca, a pochi passi dal commissariato della Polizia di Stato. All'arrivo degli agenti ha tentato la fuga, ma è stato bloccato e perquisito. E per lui sono scattate le manette. Agli arresti Vincenzo Mele, detto ‘o Lattaro, 61enne napoletano ritenuto ai vertici della malavita organizzata del quartiere della periferia occidentale, dove da decenni è in corso una faida di camorra prima tra i Pesce e i Mele e, successivamente, tra i loro "eredi", i Carillo-Perfetto e i Calone-Marsicano-Esposito.

L'uomo si trovava in via Giorgio de Grassi quando è stato notato da una pattuglia del commissariato locale, in zona per i servizi di controllo del territorio. Stava parlottando con un'altra persona ma, appena si è accorto della presenza degli agenti, ha tentato di allontanarsi. In tasca aveva una Beretta modello 950 short calibro 22, con matricola abrasa, con 3 cartucce nel caricatore e una già in canna. Un'arma piccola, pronta a sparare e facilmente occultabile nei vestiti. Il 61enne è stato arrestato per detenzione abusiva di arma clandestina e relativo munizionamento.

Vincenzo Mele, ex reggente del clan omonimo di Pianura, è stato scarcerato nel 2021 dopo aver trascorso 20 anni in prigione. Per gli investigatori si tratta di un personaggio dall'elevatissimo spessore criminale: in passato fedelissimo del clan Lago, sarebbe stato tra i promotori della scissione. Il 61enne è inoltre il padre di Luigi Mele, vittima di un agguato proprio in via Giorgio de Grassi nell'agosto 2014: i killer, in due e con un casco integrale, fecero irruzione in un panificio; il 34enne riuscì a scappare ma morì poco dopo nell'ospedale San Paolo.

Il ritorno di ‘o Lattaro nel quartiere napoletano aveva provocato uno scossone negli equilibri criminali della zona, specie dopo le operazioni delle forza dell'ordine che avevano portato allo smantellamento del clan Calone-Esposito-Marsicano, legato ai Mele, e dei Carillo-Perfetto, collegati invece ai rivali, i Marfella-Pesce.

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