Narcos, fumatore accanito e in fuga da 12 anni: è il primo latitante arrestato nel 2024 a Napoli
Cantava Francesco De Gregori: «Ma un bravo poliziotto che sa fare il mio mestiere, sa che ogni uomo ha un vizio che lo farà cadere». È andata proprio così, solo che stavolta ad attendere pazienti la mossa falsa sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, gli stessi che nel 2024 hanno assicurato alla legge 17 ricercati.
Il primo del 2024 è un pezzo importante del narcotraffico, una "cinghia di trasmissione", uno di quelli che preleva, fa i prezzi e vende. Si tratta di Faslii Qibini, 64 anni, origini albanesi.
Su di lui, latitante da 12 anni, pende una condanna definitiva di oltre 22 anni di reclusione, traffico internazionale di droga il reato per il quale era ricercato.
Come è stato preso il latitante
Il narcos, che probabilmente è stato quasi sempre all'estero, non ha rinunciato alle festività natalizie per riabbracciare moglie e figlio; ha evitato di farsi vedere in giro, ma l'evidente incremento dei volumi della spesa familiare non è passato inosservato.
E nei giorni del Natale moglie e figlio non rinunciavano a una sosta in tabaccheria per acquistare sigarette. Peccato che non fossero fumatori. Le ‘bionde' erano per qualcun altro.
Così, i militari hanno intensificato le osservazioni e presidiato il quartiere con sempre maggiore attenzione. Poche ore fa, tradito proprio dalla fame di nicotina, Qibini ha pensato di acquistare le sigarette da solo, al corso Secondigliano. Non ha fatto in tempo ad accenderne una, i carabinieri lo hanno accerchiato e arrestato. Ora è nel carcere di Secondigliano.
La storia di Faslii Qibini
Faslii Qibini secondo gli investigatori avrebbe gestito e mediato il traffico di eroina tra il suo paese d’origine, la Grecia, la Turchia e l’Italia meridionale dove faceva affari con il clan Di Lauro e poi con i "Nardielli", gruppo criminale del versante oplontino.
Poi una lunga latitanza, iniziata nell'aprile del 2011 quando, ai domiciliari, evase facendo perdere le proprie tracce. Senza mai un passo falso, sotto traccia, lontano dai riflettori. Ma evidentemente non dalla memoria dei militari del nucleo investigativo di Napoli.