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Arrestato a Dubai Raffaele Imperiale, boss della camorra, tra i latitanti più pericolosi al mondo

Imperiale, classe 1974, nato a Castellammare di Stabia, è stato arrestato a Dubai grazie a un’operazione che ha coinvolto forze di polizia di più Paesi. Da Amsterdam, negli anni Novanta, Raffaele Imperiale è diventato uno dei maggiori narcotrafficanti al mondo, inserito anche nella lista dei latitanti più pericolosi.
A cura di Valerio Papadia
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La lunga latitanza di Raffaele Imperiale è finita: il noto criminale è stato arrestato a Dubai, dove viveva da tempo, grazie a un'operazione congiunta del Gico della Guardia di Finanza di Napoli e dalla Squadra Mobile, coordinati dalla Procura di Napoli, in collaborazione con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, di Interpol ed Europol.

L'arresto di Imperiale nella città lussuosa degli Emirati Arabi Uniti, stato effettuato lo scorso 4 agosto, ma è stato reso noto soltanto oggi. L'uomo era ricercato dal 27 gennaio 2016 per «traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravate da finalità mafiose».

Nato nel 1974 a Castellammare di Stabia, nella provincia di Napoli, Raffaele Imperiale è diventato con gli anni uno dei principali narcotrafficanti al mondo, inserito di recente nella lista dei latitanti più pericolosi. Nei giorni scorsi le forze dell'ordine avevano arrestato un altro elemento apicale dei clan, stavolta quelli dell'area Nord di Napoli, Secondigliano: Maria Licciardi, alias ‘a piccerella, la piccoletta, a capo del cartello criminale un tempo guidato dal fratello Gennaro Licciardi, detto ‘a scigna (la scimmia) morto in carcere.

La carriera del narcos Imperiale

La carriera criminale di Imperiale comincia negli anni Novanta, quando dà il via alla sua attività di trafficante di droga ad Amsterdam, dove il fratello gli aveva lasciato la gestione di un coffee shop: dalla Capitale olandese, grazie anche ad alleanze con vari gruppi criminali sudamericani, ha importato droga, soprattutto cocaina, nelle principali piazze di spaccio di Napoli e provincia, grazie anche ad un'alleanza con il clan Amato-Pagano. Raffaele Imperiale era ricercato dal gennaio del 2016 per traffico internazionale di stupefacenti.

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I quadri di Van Gogh rubati ritrovati nella villa di Imperiale

Oltre che per la sua carriera criminale come "signore della droga", Raffaele Imperiale è balzato agli onori della cronaca quando, sempre nel 2016, fece ritrovare due quadri di Vincent Van Gogh, rubati anni prima dal museo che porta il  nome del famoso pittore olandese ad Amsterdam, in una proprietà alla periferia di Castellammare di Stabia riconducibile allo stesso Imperiale, del valore stimato intorno ai 130 milioni di euro.

Il ritrovamento, operato dalla Guardia di Finanza, fece il giro del mondo, facendo risaltare il nome di Imperiale e ponendo l'attenzione, nuovamente, sulla sua carriera criminale.

L'intervista a Raffaele Imperiale

Nel gennaio 2021 il quotidiano "Il Mattino" ha pubblicato una intervista al superlatitante a Dubai che respingeva al mittente ogni accusa di latitanza, dicendo di non essersi mai voluto sottrarre alla giustizia:

Ho una condanna non definitiva a otto anni di reclusione. Non credo che questo sia coerente con l'etichetta di wanted più ricercato della Campania. La realtà è che la storia dei quadri di Van Gogh mi ha giovato processualmente ma nuociuto mediaticamente. […]

Se non mi sono costituito, le rispondo che, probabilmente ho sbagliato e tuttora sbaglio a non farlo, ma ciò non toglie che io non sono mai fuggito dall'Italia. Io vivo all'estero da oramai oltre venti anni. Quando è stata emessa l'ordine di arresto in relazione al procedimento che mi riguarda, io vivevo a Dubai. E lì continuo a vivere.

Qualche giorno fa il Giirl, Gruppo integrato interforze per la ricerca e l’arresto di latitanti, nel report dei 10 anni di lavoro ( 2010-2020) ha reso note le cifre del lavoro di ‘caccia' ai super-latitanti inseriti nella lista di maggior pericolosità:

Il gruppo ha provveduto ad inserire nei suddetti elenchi, complessivamente, 97 soggetti: 9 di massima pericolosità (5 affiliati alla ‘ndrangheta, 2 alla camorra e 2 alla criminalità pugliese) e 88 pericolosi (33 appartenenti alla ‘ndrangheta, 31 alla camorra, 5 a Cosa Nostra e 19 all’area definita “gravi delitti”, ovvero soggetti che, pur non facendo parte di organizzazioni criminali di spicco, sono ricercati in quanto responsabili di delitti di particolare gravità ed efferatezza, tali da essere percepiti come soggetti socialmente pericolosi e, pertanto, aventi i requisiti per l’inserimento negli elenchi dei ricercati).

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