Apre “Casa Bartimeo”, Don Mimmo Battaglia: “La nostra prima opera per il Giubileo”

Al Corso Umberto una casa di accoglienza e supporto per persone fragili. Posti letto ed anche assistenza medica, legale e psicologica. La struttura sarà gestita dalla Chiesa di Napoli ETS.
A cura di Antonio Musella
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Alla fine del Corso Umberto, proprio all'imbocco di Piazza Garibaldi a Napoli, ha aperto "Casa Bartimeo" un centro di accoglienza e supporto per persone fragili. Un'opera fortemente voluta dall'Arcivescovo di Napoli, il cardinale Don Mimmo Battaglia, realizzata dalla Chiesa di Napoli Ets, l'associazione presentata pochi mesi fa come braccio "del fare" della Chiesa partenopea rinnovata da Battaglia. Una struttura di tre piani, che accoglierà padri separati, famiglie in emergenza abitativa, con tanti servizi a disposizione. Non un progetto assistenzialistico ma in grado di sviluppare autonomia, ha ricordato Don Mimmo Battaglia alla presentazione del progetto, parlandone con i giornalisti. Si tratta della prima opera per il Giubileo del 2025 della Chiesa di Napoli, la prima "opera di segno" come si dice in ambienti cattolici.

"Per il Giubileo va aperta la porta alle mani tese"

Probabilmente "Casa Bartimeo" è il progetto sociale più importante avviato da Don Mimmo Battaglia da quando è arrivato a Napoli. E' il primo da Cardinale, è il primo della Chiesa di Napoli Ets, l'ente del terzo settore da lui voluto, è la prima per la città di Napoli nell'anno del Giubileo. Un vero e proprio Polo della Solidarietà, nato con il sostegno della Fondazione Con il Sud insieme ad altri enti privati del territorio, a Casa Bartimeo che sorge nel complesso della Basilica di San Pietro ad Aram lungo il corso Umberto I a Napoli. Nella Chiesa gremita di fedeli e autorità, Don Mimmo Battaglia ha voluto spiegare l'idea che c'è dietro al progetto.

"Mi piace pensare che questo è un momento di grazia – ha detto il cardinale – i sogni della Chiesa di Napoli si intrecciano con le lacrime di chi fa fatica e rischia di perdere la speranza. Questa non è solo una casa rifugio per i fragili, ma è una scuola di dignità, l'obiettivo, la sfida che ci siamo dati, è quella di superare la logica dell'assistenza per arrivare a sviluppare autonomie". Tante le associazioni presenti e coinvolte nel progetto, sia cattoliche che laiche, per quello che sarà un punto di riferimento importante per le politiche sociali a Napoli.

Rilevante il fatto che nelle camere realizzate al terzo piano per ospitare persone fragili, una quota sia riservata alle famiglie in emergenza abitativa, una questione sociale che a Napoli sta assumendo proporzioni enormi, anche a causa dei processi di turistificazione della città. "Questa è la prima opera segno del nostro Giubileo – ha sottolineato Battaglia – che ci dice una cosa molto importante, la vera porta da aprire non è quella di legno e pietra, ma quella fatta di mani tese e mani spalancate". All'ingresso una porta giubilare murata, aperta l'ultima volta molte centinaia di anni fa. Lì Don Mimmo ha voluto lasciare i segni di chi soffre l'assenza di una casa, un sacco a pelo, delle coperte, un monito per tutti ed anche un senso plastico del progetto appena avviato.

Tra le attività anche i laboratori di Enzo Avitabile

All'inaugurazione era presente anche lo scrittore Erri De Luca, l'artista Lello Esposito che ha regalato le sue opere realizzate nei laboratori nel carcere di Poggioreale, che sono alle pareti della struttura. Suor Marisa Pitrella, direttrice della Caritas di Napoli, e punto di riferimento della Chiesa di Napoli Ets, ci racconta le attività di Casa Bartimeo: "Ci sarà una casa di accoglienza che ospiterà padri separati o donne, o piccoli nuclei familiari che vivono un momento di emergenza abitativa – ci dice – poi ci sarà il centro di ascolto diocesano, rivolto a migranti, ad italiani, alle famiglie, a tutti quelli che hanno bisogno di essere ascoltati".

Al terzo piano ci sono le stanze dell'accoglienza ed i luoghi comuni, come la lavanderia e la cucina comune, al secondo piano c'è il centro di ascolto della Caritas che si trasferirà a Casa Bartimeo stabilmente, insieme con l'ambulatorio sociale. "Avremo un centro di assistenza psicologica, avremo degli avvocati che metteranno a disposizione l'assistenza legale, ed avremo i medici di strada che svolgeranno attività ambulatoriali" spiega Suor Marisa. Un modello di intervento integrato socio assistenziale, che può rappresentare un esempio di sviluppo per la creazione di un'azione integrata volta a rendere autonome le persone fragili.

A Casa Bartimeo ci sarà anche Enzo Avitabile, con la sua associazione Black Tarantella, che animerà uno degli spazi del primo piano della struttura. "E' un progetto di integrazione tra italiani e migranti – dice Suor Marisa – perché la bellezza della musica ci aiuti sempre più ad accogliere ed avere uno sguardo a chi è in difficoltà".

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