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Appalti ai Casalesi, arrestati 7 imprenditori vicini al clan Zagaria

Arrestati sette imprenditori considerati “vicini” al clan Zagaria: avrebbero guadagnato oltre 40 milioni di euro in appalti “pilotati”. Una quota degli introiti sarebbe stata poi “versata” al clan stesso, oltre ad un’altra che serviva per le attività di corruzione. Il sistema, fanno sapere i Ros, si sarebbe avvalso di un “rilevante contributo del politico e dirigente regionale Tommaso Barbato”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Sette imprenditori sono finiti in carcere questa mattina, tutti indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel dettaglio, i sette sono stati raggiunti da una ordinanza di misura cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri del ROS con l'ausilio del Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica, dopo ulteriori indagini sul "Sistema Medea", che faceva capo ai fratelli Francesco e Michele Zagaria, boss dell'omonimo clan camorristico, che consentiva ad imprese di riferimento al clan di ottenere l'assegnazione di appalti per lavori sulla rete idrica regionale.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Ros, il sistema si basava su una "sistematica attività di corruzione e di pervasivo condizionamento dell’attività politica e amministrativa", che avrebbe avuto un "rilevante contributo del politico e dirigente regionale Tommaso Barbato". Quest'ultimo, già precedentemente condannato per concorso esterno in associazione mafioso, avrebbe procurato agli imprenditori legati al clan Zagaria appalti in regime di "somma urgenza", che avrebbe procurato utili alle aziende che, a loro volta, ne avrebbero poi destinato una parte agli Zagaria stessi ed alle attività corruttive un'altra. In totale, tra il 2001 ed il 2015, i sette imprenditori avrebbero incassato commesse per un totale di oltre 40 milioni di euro. I Ros questa mattina hanno sequestrato preventivamente anche dieci imprese edili, tutte riconducibili ai sette indagati, dal valore di un milione di euro e tutte con sede nella provincia di Caserta.

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