Anziana ridotta in fin di vita a Somma Vesuviana, il precedente: il rapinatore spaccò il femore a una 63enne
Giovanni Aliperta, il 36enne finito in manette con l'accusa di essere entrato nell'abitazione di una 76enne per commettere una rapina e di avere picchiato la donna fino a ridurla in fin di vita, si era già reso protagonista di un episodio del genere: nel 2017 aveva preso di mira una sua conoscente di 63 anni, alla quale aveva spaccato un femore per costringerla a rivelargli dove fossero nascosti i contanti. L'ultima incursione risale alla notte del 18 giugno, la vittima è ancora ricoverata in prognosi riservata e in pericolo di vita all'Ospedale del Mare per un ematoma al cranio.
Il precedente: aveva spaccato il femore a una 63enne
Il 36enne era stato sottoposto a fermo dai carabinieri di Somma Vesuviana e dell'Aliquota Radiomobile di Castello di Cisterna nel marzo 2017. I militari erano arrivati a lui indagando su una rapina avvenuta ai danni di una 63enne la notte del 26 febbraio precedente: un uomo si era introdotto in un appartamento di via D'Aragona, a Somma Vesuviana, aveva immobilizzato la vittima e l'aveva picchiata per farle dire dove fossero i soldi. Bottino: 150 euro.
Il colpevole era scappato a piedi ma era stato rintracciato dai carabinieri poco dopo, su via Margherita. Intanto, la donna era stata trasportata all'ospedale di Nola, dove i medici avevano diagnosticato una frattura al femore sinistro, con 30 giorni di prognosi. Il gip di Nola aveva convalidato il provvedimento precautelare, disponendo la custodia in carcere per Aliperta.
Rapina in casa a Somma Vesuviana, 76enne in pericolo di vita
La rapina nell'abitazione della 76enne è avvenuta nella notte dello scorso 18 giugno. Stesse modalità e stessa anche la strada: di nuovo via d'Aragona. La donna aveva sorpreso l'uomo nella sua abitazione e ne era nata una colluttazione, al termine della quale il criminale era scappato. La vittima era stata soccorsa dal 118 e trasportata all'ospedale di Nola per esami specifici. Le ferite alla testa erano sembrate inizialmente di lieve entità ma gli accertamenti medici avevano poi rivelato l'esistenza di un ematoma subdurale.
Aliperta, individuato anche grazie alle registrazioni dei sistemi di videosorveglianza, era stato rintracciato in strada non lontano dall'appartamento e bloccato dopo un tentativo di fuga; per liberarsi dalla presa dei carabinieri li aveva presi a morsi e pugni e aveva danneggiato l'automobile di servizio. Il 36enne era stato arrestato per tentata rapina, lesioni gravissime e resistenza ed era stato trasferito nel carcere di Poggioreale in attesa dell'udienza di convalida.