Antonio Bottone, ucciso per errore: condannato in Appello il killer inizialmente assolto
L'agguato in cui Antonio Bottone, 28 anni, è stato ammazzato nel 2016, davanti a una cornetteria ai Colli Aminei, a Napoli, non resterà senza colpevoli. Per questo omicidio, avvenuto in una spedizione di morte in cui il reale obiettivo non era Antonio ma Daniele Pandolfi, ritenuto ras emergente del clan Vastarella, è stato oggi condannato in secondo grado Enrico La Salvia, ritenuto affiliato al clan Sequino del Rione Sanità. La Salvia era stato clamorosamente assolto nel primo grado di giudizio per non aver commesso il fatto, ma ora la Corte di Assise di Appello di Napoli lo ha ritenuto pienamente colpevole.
L'agguato, maturato nell'ambito di una faida tra i due clan, venne portato a termine malgrado davanti all'esercizio commerciale vi fossero anche dei bambini. E l'unica colpa di Antonio, raggiunto da un colpo di pistola alla testa, mentre teneva in braccio una bambina con la quale stava giocando, fu quella di essere amico del vero obiettivo dell'agguato.
Barbara Bottone, sorella di Antonio, commenta la sentenza:
Oggi finalmente nel cielo c'è mio fratello che sorride: giustizia è stata fatta. E non soltanto per la mia famiglia ma per la protezione dell'umanità da assassini spietati. Non si toglie il figlio alla madre, un fratello ad una sorella, non si uccide senza motivo.
C'è la giustizia che grazie a lei ha fatto il suo corso e più potente quella divina che non gli darà la libertà di continuare a fare del male. Non abbiamo mai perso le speranze con lei al nostro fianco.