Antonio Natale ucciso a Caivano, oggi l’autopsia per capire come e quando è stato ammazzato
Come, quando e dove è stato ucciso Antonio Natale. Sono i tre interrogativi a cui gli inquirenti sperano di dare una risposta tramite l'autopsia, fissata per oggi, 25 ottobre, nel II Policlinico di Napoli. Elementi preziosi, che potrebbero rivelarsi preziosi anche per rispondere all'ultima domanda, quella fondamentale: chi ha ammazzato il 22enne di Caivano e perché. Sulla vicenda sono infatti ancora tanti i punti oscuri: tra il 4 ottobre, il giorno della scomparsa, e il 18, quello del ritrovamento, c'è un enorme buco in cui si mischiano ipotesi, voci di quartiere e accuse che coinvolgono la criminalità organizzata del Parco Verde.
Antonio Natale scomparso dal Parco Verde di Caivano
Il giovane aveva lavorato come pizzaiolo in Germania, poi era arrivato il coronavirus, la chiusura imposta alle attività di ristorazione e lui era tornato al Parco Verde di Caivano. Da circa un anno, raccontano i familiari, aveva cominciato a frequentare alcuni giovani del posto. Nomi noti alle forze dell'ordine e spesso associati alle indagini sul traffico di droga e alla camorra. E, pur restando disoccupato, aveva mostrato una improvvisa e ingente disponibilità di denaro che aveva spinto i fratelli e la madre a credere che anche lui fosse rimasto coinvolto nello spaccio.
Il 4 ottobre Antonio era andato con un amico a Napoli. Da quella passeggiata non è mai più tornato. Sparito nel nulla. L'altro giovane, ascoltato dai carabinieri, aveva detto di averlo accompagnato nel Bronx di Caivano, in via Atellana, versione che però non aveva mai convinto i familiari. La madre nei giorni successivi aveva inscenato diverse proteste nel Parco Verde, dicendosi convinta che il figlio fosse stato ucciso dalla camorra e chiedendo che le venisse almeno restituito il corpo.
Il corpo ritrovato grazie a una cartomante
Fino al 18 ottobre, quando i carabinieri hanno trovato il cadavere nelle campagne alla periferia di Caivano, nei pressi del campo rom. Un ritrovamento arrivato quasi per caso, grazie alla chat tra una ragazza del posto e una cartomante: la giovane, chiedendo notizie sul futuro della sua relazione, aveva inavvertitamente fornito degli elementi in cui la donna aveva riconosciuto la vicenda della sparizione di Antonio Natale. I messaggi erano stati consegnati ai carabinieri, che avevano individuato il posto e rinvenuto il corpo semi sepolto.
L'autopsia su Antonio per accertare data e cause della morte
Il cadavere era in avanzato stato di decomposizione, tanto che il riconoscimento è stato possibile solo grazie ai vestiti e ai tatuaggi. Sebbene alla madre fosse stato fatto arrivare all'orecchio che Antonio fosse stato rapito, che fosse stato "venduto" a un altro gruppo criminale, forse nel tentativo di farle credere che fosse ancora vivo e quindi di fermare le sue manifestazioni di protesta, con tutta probabilità il ragazzo è stato ucciso il 4 ottobre, la sera della sua scomparsa.
Verosimilmente è stato attirato in un tranello da persone di cui si fidava. Non è chiaro se sia stato ammazzato nel campo o se il corpo sia stato portato lì successivamente. E anche le modalità dell'omicidio restano da accertare: il primo esame medico sul cadavere ha evidenziato la presenza di segni compatibili con colpi di pistola, ma la certezza arriverà soltanto con l'autopsia.