Oggi tutti vogliono sapere se Antonio Bassolino sarà o no candidato a sindaco di Napoli alle prossime elezioni Amministrative. Peraltro, anche se dovesse accadere, non è nemmeno certo che la sua candidatura possa risultare vincente come accaduto nel 1993 e nel 1997. Un dato però è certo, incontrovertibile e chiaro pure ai suoi storici oppositori (a sinistra come a destra): nel principio di azione e reazione proprio dei leader politici, Bassolino è l'unico che oggi è "dentro" la città. La vive, la percorre quotidianamente, la ascolta, ne "legge" gli umori e le rabbie.
"Disintossicato" dalla politica che alla fine della sua esperienza amministrativa in Regione Campania ne fece un viceré usurato dal potere e avvelenato dalle vicende giudiziarie regionali, oggi tutte concluse con assoluzioni su vari temi, oggi Bassolino nella sua intervista a Fanpage.it non scioglie il nodo della sua candidatura a sindaco di Napoli nel 2021, tema che preoccupa anche il Partito Democratico napoletano. Nemmeno qualche giorno fa il segretario napoletano Marco Sarracino e Nicola Oddati, il campano più vicino al segretario Dem Nicola Zingaretti, gli hanno lanciato velenose frecciate.
Bassolino però è molto deciso a tenere ben distinguibile, netto e rilevante il suo ruolo in città: «sono un consigliere civico» dice oggi, non senza una punta di falsa modestia. Egli è un ex sindaco ed ex governatore, non più iscritto al Pd, ma con un bacino di simpatizzanti capaci di influenzare le percentuali Dem a Napoli alle future Comunali.
«Voglio dare una mano a questa nostra città e la darò in ogni caso, in che forma vedremo, dipende anche dai cittadini» afferma Bassolino a Fanpage.it. Il punto è quello di recuperare la città dal degrado fisico: crolli, marciapiedi, strade, pedamentine, illuminazione. Tutte questioni che l'ex sindaco mette nel suo ‘diario' cittadino.
È diventato una specie di format: una passeggiata ogni 2-3 giorni in luoghi-simbolo della città e poi una specie di resoconto del degrado, corredato di foto e di considerazioni personali. Una sorta di programma d'intenti. «Napoli sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia» dice, e alle sue spalle nella Fondazione Sudd ci sono le foto della montagna di sale di Mimmo Paladino in piazza Plebiscito, le storiche immagini con Enrico Berlinguer e qualche immagine di oggi.
Non sappiamo se Bassolino deciderà di candidarsi e se nel caso riuscirà a farsi sostenere dai partiti. Una cosa è certa: il suo metodo di lavoro, quello del politico che abbraccia la causa locale e si occupa dei marciapiedi anziché dei talk show della domenica è quello che Napoli cerca disperatamente dopo anni di falsificazione, di filtro, di "instagrammizzazione" della realtà che hanno portato solo turismo mordi e fuggi e una grande, enorme delusione nella pratica amministrativa.